Titolo: Not Alone
Autore: »Bill Kaulitz«
Raiting: Pg-13
Genere: Drammatico, triste, romantico
Avvisi: Twincest, Angst, Drugs use (accennato) Death Fic
Pairing: BillxTom
SongNot alone
Note: allora non so come mi sia venuta in mente, so solo che l'ho scritta tutta in un fiato XD
Sono seduto sul marciapiede della nostra via, imbiancata dalla neve che da ieri non smette di venire giù. Mi cade sui capelli, sul viso, sulle gambe, ma non batto ciglio. Non c’è un’anima in strada. Sono come immobilizzato, paralizzato, ormai non riesco a muovere più un muscolo perché è come se fossi morto…forse è la cosa che vorrei in questo momento.
Mi stringo fra le mie spalle, avvolgendo ancora di più la sciarpa intorno al mio esile collo, freddo, bianco. Ormai non è più rosso e gonfio come una volta, quando mi lasciavi quei dolci segni violacei; è cambiato tutto da quando non ci sei più.
Mi sento solo. Ma è quello che voglio, perché quel dannato giorno, io sono morto insieme a te.
***
- Bill, dovresti rientrare in casa. Fa freddo.
Dice mamma, aprendo la porta di casa. Io non l’ascolto. Continuo a tenere il volto fisso nel vuoto. In attesa di un tuo ritorno che però, non avverrà mai.
- Bill non puoi restare tutta la notte fuori. Finirai per congelarti.
Insiste, ma io la ignoro un’altra volta, fino a quando non si arrende, rientrando in casa. Deve capirlo che io devo stare insieme a te, in un modo o nell’altro.
- Mi manchi Tomi.
Sussurro al vento, almeno lui mi puoi ascoltare, è l’unico che capisce il mio dolore, la mia sofferenza, la mia solitudine.
- Sono solo.
Continuo, mentre le lacrime cominciano a colmare i miei occhi che, una volta troppo pieni, decidono di rigarmi il viso.
- Sai quante volte ho provato a togliermi la vita, ma ogni volta mamma mi ha fermato. Sai quante volte ho provato a prendere una dose più elevata di droga, ma puntualmente, mamma era lì a salvare la mia inutile vita. Non ha più senso da quando te ne sei andato. Cosa mi resta adesso? Niente.
Scoppio a piangere, avvolgendomi il viso con le mani. Le spalle si muovono su e in giù in un modo rapido, quasi indecifrabile.
Sono un guscio vuoto oramai. Eri tu colui che colmava la mia vita ogni singolo giorno, ogni singola ora, ogni singolo istante della mia vita.
Oggi è natale e, tecnicamente, dovrebbe essere un giorno felice. Invece per me, è un altro anno passato dalla tua scomparsa. Odio il natale.
- Tomi, vorrei che tu mi facessi un regalo.
Dico tremante.
- Portami via da qui. Se davvero mi ami, rendimi felice in questo modo.
Sussurro, avvicinando le ginocchia al petto per prendere calore; quel calore che oramai da tempo, è scomparso.
Solo tu riuscivi a darmelo, con le tue carezze, con i tuoi baci, quando facevamo l’amore. Adesso? Cosa c’è? Il nulla.
- Ti amo Tomi!
Singhiozzo, mentre comincio a scomparire fra la neve.
***
“Bill”
Sento chiamare il mio nome, sono sicuro che sia mamma, per questo la ignoro ancora.
“Bill”
Ancora una volta sento il mio nome, questa volta però capisco che non è la voce di mamma.
- Chi-chi è?
Dico impaurito, alzando leggermente il capo. Non vedo nessuno.
- Fottuti vicini di casa.
Dico acidamente, nella convinzione che a chiamarmi fossero stati i miei vicini.
“No Bill, sono io!”
Un brivido, un colpo al cuore, una morsa si impossessa del mio stomaco.
- Il freddo deve avermi fatto perdere la testa. Forse è meglio che entri.
Dico fra me e me. Vado per alzarmi quando mi sento afferrare per le spalle.
Mi giro spaventato.
- No, non è vero!
Tremo, piango, mi sento morire.
- T-Tomi?
Balbetto a mala pena. Credo che questa volta, la droga abbia fatto il suo effetto.
- Ho le allucinazioni?
Mi domando
“No Bill, sono io davvero…insomma…più o meno”
Non ci credo. Strizzo gli occhi, li stropiccio per vedere se sto sognando. Mi riempio di pizzichi il braccio, ma lui, il mio Tomi è proprio lì davanti a me.
- Tom!
Urlo, tentando di gettarmi fra le sue braccia, ma…
“No Bill, non puoi abbracciarmi. Non sono qui realmente…”
Non riesco a capire, è o non è qui con me?
- Tom, spiegami…
Dico disperato, piangendo ancora di più. Vedo che avvicina una mano al mio viso, tentando di sfiorarlo. Sento un lieve calore in quel momento.
“Bill, non so come spiegartelo. Perché non lo so nemmeno io. So solo che non ho molto tempo.”
Continuo a non capire.
- Mi manchi Tom, mi manchi!
Dico, guardandolo meglio. È sfocato. Non riesco a vederlo nitido. Sembra…sembra uno spirito.
“Anche tu Bill, non sai quando mi manchi. Mi mancano i tuoi baci, le tue carezze, mi manca fare l’amore con te. Vorrei tanto poter tornare…per stare un’altra volta insieme a te, almeno una. Vorrei poter essere vivo solo per un giorno, solo per poterti baciare.”
Vedo una lacrima rigare il suo viso. Non pensavo che anche gli spiriti potessero piangere.
- Come..come hai fatto a venire?
Domando confuso, nella speranza di ottenere una risposta.
“Bill, credo che gli angeli abbiamo voluto esaudire un tuo desiderio. Mi hanno dato la possibilità di poterti vedere almeno per un’ultima volta, ma soprattutto per dirti che tu non sei solo. Io ci sono sempre. Veglio su di te da quando la mia luce si è spenta. Tu non la sai Bill, perché tu non mi vedi, ma oggi, hanno voluto fare uno strappo.”
Ogni parola che mi dice, è una lacrima che riga il mio ed il suo viso. Ancora non posso crederci che, dopo due anni, Tom è “tornato”
- Ti amo Tom. Ti amo da morire.
Sorride tristemente. Mi passa delicatamente due dita sulle labbra, provo a baciarle, ma non sento nulla.
- Portami con te.
Sussurro tra le lacrime.
“No Bill. Sono stato io a farti vivere. Ho permesso io di non farti morire. Non è la tua ora Bill. Non lo è. Tu devi vivere la tua vita, devi sposarti e avere come minimo due bambini…hai ancora tanto davanti.”
- No Tom. Non voglio. Non ha senso senza di te la mia vita. Non posso sposarmi con qualcuno che non amo e che non amerò mai. Perché io amo solo te.
Dico stringendo immaginariamente la sua mano, poggiata sul mio viso.
“Me lo devi promettere invece. Non sarò felice se tu non farai ciò che ti ho detto.”
Insiste, alzando il tono di voce.
- Come posso prometterti una cosa che non succederà mai?
Continuo, ormai sull’orlo di una crisi.
- Tu non lo sai quanto io stia soffrendo. L’unico modo per essere felice è stare con te. Questo è ciò che voglio e non dire che lo non lo vuoi anche tu. Perché non è vero.
Vedo che ritrae la mano, facendola cadere lungo un fianco.
“Tu non hai idea di quando io ti ami e di quando mi manchi. Ma ormai Bill, io non ci sono più. Non puoi rinunciare alla tua vita solo per stare con me…
- E invece posso eccome. perché è ciò che voglio.
Lo interrompo bruscamente, piangendo continuamente.
“Mi fa star male ciò che dici Bill.”
- Anche a me Tomi. Tanto. Cazzo se mi manchi.
Porto le mani al viso, coprendolo del tutto. D’un tratto sento il suo respiro freddo sul mio collo, mi fa venire la pelle d’oca.
“Devo andare Bill…”
Non appena dice così, mi si ferma il cuore. Non può già andarsene.
- No ti prego Tomi. Resta…resta come.
Non risponde, fa cenno di no con la testa.
“È scaduto il tempo scricciolo. Non posso fare tardi.”
Una lacrima gli riga il viso, io mi sento morire.
- Promettimi che tornerai. Promettimelo.
Sorride tristemente, capisco al volo la risposta.
“Non so se ci sarà una prossima volta. Ma tu, ricordati che non sei solo. Non lo sarai mai. Quando hai bisogno di qualcuno, pensami, io starò con te; quando ti senti solo, chiamami, sentirai la mia voce; quando hai paura, urla, verrò ad aiutarti.”
Ogni parola sono una pugnalata al cuore, ogni parola che dice, man mano, la sua immagina diventa sempre più fioca.
“Addio Bill…ti amo”
- Tomi ti prego non…
Non feccio in tempo a finire la frase che era già sparito.
Resto a lungo a guardare il cielo. I fiocchi di neve mi bagnano il viso. Socchiudo gli occhi ed immagino che siano i baci di Tom…quei baci che mi mancano da morire e che mai nessuno potrà mai restituirmi, perché nessuno mai potrà prendere il suo posto; comunque vada, non posso non rendere felice Tom.
- Te lo prometto amore mio.
Dico poi, mandando un bacio al cielo, nella convinzione che Tom mi avesse ascoltato.
- Te lo prometto!
FINE
Edited by »Bill Kaulitz« - 31/10/2010, 09:50