Nightmare, tratta dal video di xNephilimx

Nightmare

Qualche volta, vogliamo che i nostri sogni non diventino realtà; perché non sempre possono renderci felici.

Erano le nove del mattino non appena aprii gli occhi, svegliato da un forte vociare dall’altra parte del tour bus.
- Odio quando si mettono a parlare ad alta voce. Li odio! -
Mugugnai, lanciando le coperte dall’altra parte del letto e mettendomi seduto.
- Non si può mai dormire tranquilli in questo cazzo di bus. -
Mi alzai lentamente dal letto, ancora intontito per via del sonno, e mi diressi nella zona giorno per andare a fare colazione.
- Buondì fratellino! -
Disse Tom mettendosi il cucchiaio pieno di latte e cornflakes in bocca.
- Ciao! - Stentai nel dire
- Non mi vieni nemmeno a salutare come si deve? -
Sorrise, mettendo in mostra le sue labbra carnose; pronte ad essere baciate.
- Sei un bambino…-
Risi a mia volta e avvolsi il suo viso fra le mani, dandogli un tenero bacio sulle labbra. Dopo di che mi avvicinai al frigo per prendere il latte.
- Per essere il tuo giorno di ritorno a casa, non hai un bell’aspetto. -
Disse Gustav, addentando un morso al suo panino.
- Certo, se tre idioti mi facessero dormire senza che gridassero inutilmente, è ovvio che avrei un bell’aspetto, ma purtroppo, questo non mi è concesso. -
Dissi facendo capolino dall’anta del frigo per poi rivolgerla nuovamente verso il suo interno, notando poi, che mancava ciò che cercavo.
- Cazzo mi avete anche finito il latte? Perfetto! -
Sbattei con forza lo sportello e mi andai a sedere, avvolgendomi la testa fra le mani.
- Il latte non deve mai mancare.- Sbuffai - Oggi niente cornflakes. -
- Andiamo Bill, no ne fare un dramma. - Disse Tom
- Ma io mangio solo quello. - sbuffai per l’ennesima volta - Vorrà dire che mi farò un cappuccino. -
Mi alzai, per poi avvicinarmi alla macchinetta del caffè.
- Bel modo di iniziare la giornata! -

***

Stavo finendo di preparare le mie valige; ancora non potevo crederci che dopo due mesi stavo tornando a casa e finalmente, io e Tom avremmo avuto un po’ di tempo per noi due.
D’un tratto sentii picchiettare sulla porta.
- Bill? Posso entrare? Ti devo parlare. -
Disse Tom aprendo la porta.
- Ma stai facendo ancora le valige? -
Continuò poi con tono ironico
- Per tua informazione, io non ho nessuno che mi prepari le valige! A differenza tua. -
Sbuffai, cercando di far entrare la giacca, spingendola con forza dentro la valigia.
- Cazzo ma le valige si sono rimpicciolite! -
Urlai, cercando di spingerla ancora più a fondo, causando però la fuoriuscita di tutto il resto del guardaroba che avevo faticosamente fatto entrare.
- Perfetto, oggi non c’è niente che mi vada bene. -
Dissi tirando un calcio alla valigia, per poi lasciarmi cadere di peso sul letto.
- E tu cosa ridi? -
Ringhiai verso Tom, che in quel momento, era piegato in due dalle risate.
- Sei così tenero fratellino. -
Disse poi, sorridendo maliziosamente e avvicinandosi al bordo del letto.
- Da quanto tempo non facciamo l’amore? -
Con un dito percosse tutto il mio addome, soffermandosi poi all’ombelico, provocandomi una serie di scosse elettriche lungo la spina dorsale.
- Mmh, non ricordo. -
Dissi sorridendo, accarezzandogli, con il pollice, quella piccola fossetta che si formava sulla guancia ogni qualvolta sorrideva.
- Piuttosto, cosa dovevi dirmi? -
Trattenne il fiato per qualche secondo, tormentandosi il piercing.
- Cosa c’è Tomi? Qualcosa non va?-
Chiesi poi, allarmandomi, convinto fosse qualcosa di preoccupante.
- No Bill, tutto ok. Solo che…David ha avuto una telefonata dall’ultimo fotografo che ci ha fatto il Photoshoot e vogliono che vada in città; solo io. -
- Mmh. Ok. Pensavo fosse una cosa grave. -
Dissi raggomitolandomi fra le sue braccia.
- Non ti devi preoccupare di nulla Bill. -
- Per un momento, ho pensato che volessi porre fine alla nostra storia. -
Continuai, affondando ancora di più il viso nel suo giaccone.
- Ma cosa dici scemo, noi due staremo insieme per sempre. -
Soffiò sulle mie labbra per poi racchiuderle fra le sue, sospirando in seguito, un dolce “ti amo”

La sera

- Ragazzi..- Sbadigliai. - Sono piuttosto assonnato, vista la situazione di stamattina. Quindi penso di andare a dormire. -
Dissi lanciando un’occhiata veloce a Tom che, come pensavo, non riuscì a capire.
- Capito Tom? Vado a letto! -
Ripetei, scandendo ancor meglio il messaggio che avrebbe dovuto decifrare.
- Ok Bill, buonanotte allora. -
Mi arresi, riducendo gli occhi e la bocca in piccole fessure, sorpreso dall’immensa intelligenza di Tom. Non volevo ammetterlo, ma delle volte, Tom era davvero stupido.

***

Sputai l’acqua una volta aver lavato i denti, dopo di che mi infilai il sotto del pigiama e andai a dormire.

È in macchina, corre davvero troppo forte; tra l’altro, è distratto dal cellulare e dalla sigaretta che si sta fumando. Arriva all’incrocio, ma un camion non rispetta lo stop, non riesce a scansarlo e tanto meno, a frenare in tempo. L’auto viene travolta, trascinata per più di due metri fino a raggiungere il guardrail; e lui, insieme ad essa.

- Oddio Tom!! -
Urlai, svegliandomi di soprassalto; il cuore sembrava volesse uscire dal petto tanto batteva forte. Non mi ero mai spaventato tanto in vita.
- Era un incubo! -
Cercai di tranquillizzarmi, distendendomi nuovamente per riprendere sonno. Ma sapevo benissimo che, dopo aver avuto un incubo del genere, la mia nottate sarebbe stata insonne.

***

- Bill, alla buon ora. Come mai così presto? -
Disse Tom una volta entrato nella zona giorno. Ero seduto al tavolo e poggiavo i gomiti per sorreggermi la testa.
- Mi sento male. -
Sospirai poi, tentando di togliermi dalla mente quell’incubo. D'altronde, era solo un sogno.
- Cos’hai? -
Chiese poi massaggiandomi la schiena. Non avevo il coraggio di rispondergli, poteva benissimo prendermi in giro.
- Tomi…non…non andare in città, almeno non con la macchina. Per favore. -
Dissi tutto d’un fiato.
- Come? Perché scusa? -
- Ho…ho avuto un incubo. Mi ha spaventato. -
Lo abbracciai forte, facendo affondare le unghie nella sua pelle.
- Bill, ma era solo un incubo. -
Tentò di tranquillizzarmi, baciandomi dolcemente la fronte.
- Tomi, non capisci. Tu eri MORTO! -
Gli occhi si riempirono di lacrime, fino a quando non riuscirono più a contenerle.
- Andiamo Bill, non mi dire che credi ancora a queste sciocchezze. Era solo un incubo chiaro? -
Sorrise leggermente; io mi innervosii.
- Solo un incubo? Questa cosa mi ha terrorizzato. Dimmi Tom vuoi morire? -
Urlai, cominciando a piangere più forte.
- Bill, non fare così. Non voglio morire. Devo soltanto andare in città. -
- Si certo. -
Sbuffai, spingendolo leggermente e facendolo indietreggiare.
- Andiamo…starò bene. -
Sorrise malizioso, dandomi un casto bacio sulle labbra. Non risposi, feci solo cenno di si con testa.
- Ok, ho…ho solo bisogno di una pausa. -
Ricambiai il bacio, dopo di che me ne tornai in camera.

***

Aprii al massimo l’acqua fredda, il getto era davvero molto forte. Sbatteva sulle mattonelle di quel minuscolo piatto doccia del tour bus.
- Una doccia fredda, potrebbe anche farmi bene. -
Sospirai, entrando e chiudendo la tendina.
- Cazzo che freddo. -
Sbottai, stringendomi fra le spalle per via dei brividi di freddo che stavano percorrendo tutto il mio corpo. Tentai di svuotare la mente, di cancellare una volta per tutte quel maledettissimo incubo. D’altronde…doveva solo andare in città.

***

Uscii dalla doccia dopo mezz’ora, nella convinzione che la mia mente si fosse svuotata…ma il mio pensiero fisso, era lì; non c’era alcun modo di sviarlo.
- Cazzo Bill, devi crescere. È solo un dannatissimo incubo. -
Mi rimproverai

***
La sera era ormai vicina, per tutto il pomeriggio non feci altro che parlare della stessa cosa, tentando di convincere Tom a non andare in auto una volta arrivati a casa. Ma non ci fu nulla da fare. Cominciai a diventare paranoico.
- Domani dovrò partire presto, alle undici devo già stare lì. -
Disse Tom, mangiando l’ultimo pezzo di pizza che era rimasto. Io non avevo toccato cibo, guardavo un punto vuoto, perdendomi totalmente nei miei pensieri.
- Bill, non hai toccato cibo. -
Disse Gustav, addentando un morso sulla pizza.
- Non ho fame. -
Risposi secco.
- Non mi dire che stai ancora pensando a quel sogno vero? - Disse Tom con la bocca piena.
- Lascia stare. Non ci voglio pensare. Ora…ora voglio solo andare a letto. Sono distrutto. -
Mi alzai senza esitare, e mi diressi nella mia camera.

***

Presi più di 3 pillole per dormire, nella speranza di non essere sopraffatto nuovamente da quel fottutissimo incubo, ma le mie speranze…furono vane.

È in macchina, corre davvero troppo forte; tra l’altro, è distratto dal cellulare e dalla sigaretta che si sta fumando. Arriva all’incrocio, ma un camion non rispetta lo stop, non riesce a scansarlo e tanto meno, a frenare in tempo. L’auto viene travolta, trascinata per più di due metri fino a raggiungere il guardrail e lui, insieme ad essa.
…..
Mi sveglio per l’ennesima volta di soprassalto.
- Cazzo odio questo fottutissimo sogno. -
Mi alzo dal letto, ancora più stanco della mattina precedente.
- Oggi…oggi Tom deve andare via…-
Bisbiglio fra me e me, dirigendomi verso la zona giorno.
….
- Tom? -
Lo chiamo, ma non ho alcuna risposta.
- Tom ci sei? -
Comincio ad avere le palpitazioni. Le ginocchia mi tremano, e una fitta si impossessa del mio stomaco.
- D-dov’è Tom. -
Chiedo a Georg con un nodo alla gola.
- Non siamo ancora arrivati a casa. - Continuo
- Bill, il tour bus si è fermato circa un’ora fa. Tom è già andato in città -
Non appena sento quella frase, il cuore perde un battito, mi si gela il sangue nelle vene e gli occhi, cominciano a bagnarsi.
- Cosa? -
Dico con voce tremola.
- Oddio lo devo fermare, non posso permettere che questo accada! -
Me ne infischio del’abbigliamento, afferrò la giacca ed esco dal tour bus.

***

Comincio a correre, nella speranza di raggiungere l’incrocio, prima che l’auto di Tom, venisse travolta dal camion; ma una volta raggiunto…
- Oddio No! -
La sua auto è completamente circondata dalla polizia, ma di ambulanze, non c’è traccia.
- Sono arrivato troppo tardi. -
Sospiro, ormai in lacrime. Prendo un gran respiro, mi faccio coraggio e mi avvicino; fino a quando però non sento qualcuno scuotermi per le spalle, seguito dal suo della sua voce.

- Bill? Bill svegliati! -
Mi svegliai di soprassalto. Sudavo freddo e avevo gli occhi pieni di lacrime. Non stavo capendo cosa stesse succedendo in quel momento, sapevo solo di essere nella mia camera, insieme a Tom.
- Tom…ma tu stai bene? -
Sospirai, privandomi della coperta per far si che potessi abbracciarlo.
- Ma certo che sto bene Bill, cosa è successo? Hai avuto un altro incubo? -

Fine