Kill him!

Kill him!

Cosa ti ricorda questo?

- Ti amo Bill, più di ogni altra cosa al mondo. -
- Anche io Tomi. Mi prometti che staremo insieme per sempre? -
- Se ci fosse qualcosa oltre il per sempre, io lo passerei con te. -

Schifoso bastardo, ecco cosa sei. Un manipolatori di sentimenti, un fottutissimo bugiardo che si è preso gioco di me. Come ho fatto ad essere così maledettamente cieco da non capire, che tu mi stavi usando e che quelle fottute due parole, non erano altro che parole appunto. Ingrato, falso; ti odio.

- Oltre il per sempre non penso che ci sia qualcos’altro Tomi. -
- Allora staremo insieme per sempre. Se per te va bene, ovvio. -
- Certo Tomi, basta che sto con te. In un modo o nell’altro. -

Illuso, deluso, preso in giro, e per lo più, usato… dal mio stesso fratello. Verme, codardo; come hai potuto farmi questo? Mi fai schifo, e l’hai pagata…anche se…non sarei mai voluto arrivare a tanto, ma ero così dannatamente accecato dalla rabbia, che ho subito sentito nella mia testa una voce, che mi ripeteva continuamente: uccidilo!
Ho tentato di ignorarla, cercando di non farci caso, sperando che prima o poi, mi sarebbe passato, come l’altra volta e quella prima, e quella prima ancora; ma purtroppo, questa volta, sono stato troppo debole ed ho ceduto.

***

3 giorni prima

Rientrò dalle lezioni di piano un po’ prima del previsto e non vedeva l’ora di poter essere stretto ancora una volta dalle possenti e sicure braccia del fratello. Con lui si sentiva al sicuro, protetto, ma soprattutto, la cosa che più lo rendeva felice, era l’amore che provava per lui. Nessuno mai era riuscito a dargli così tanto così come lui. Nessuno.
- Tomi, sono tornato! -
Urlò dal piano di sotto, poggiando i vestisti fradici accanto al camino.
- Tomi sei casa? -
Ripeté un’altra volta, non avendo avuto nessuna risposta dal fratello. Spiò dal piano di sotto, la rampa delle scale e dopo di che, insospettito da degli strani rumori, decise di salire le scale.
- T-Tomi? -
Sospirò, non appena quei rumori si fecero sempre più forti, sempre più comprensibili, fino a dedurre che non erano dei rumori qualsiasi…erano dei gemiti.

***

Da una parte, non mi pento di quello che ho fatto, ma dall’altra, vorrei che non fosse mai successo. Questo pensiero mi tortura, mi lascia sveglio la notte…mi uccide. Già, forse avrebbe dovuto uccidere me, non te. Sapevi che ero un tipo geloso, protettivo, ma soprattutto…sapevi quanto cazzo ti amavo e tu…ingrato bastardo…mi hai tradito ancora.

***

- Tom….-
Sospirò, non appena aprì la porta della stanza del gemello.
- Tom…-
Ripeté, mentre i suoi occhi cominciarono a non contenere più le lacrime. L’aveva appena scoperto con la cameriera del fastfood dove andavano a pranzare tutte le domeniche.
- Bill…ti-ti posso spiegare. -
Balbettò poi, togliendosi la ragazza da dosso. Lui non rispose, restò a fissare la ragazza con occhi cattivi, con uno sguardo assassino.
- Sparisci puttana! -
Disse Bill a denti stretti, stringendo più forte che poté i pugni per trattenere la rabbia che in quel momento stava ribollendo dentro il suo corpo. In quel momento, era capace di fare qualsiasi cosa.
- Ho detto sparisci puttana! -
Urlò con più forza, facendo sobbalzare la ragazza, indaffarata a raccogliere i suoi abiti. Una volta presi tutti, uscì dalla camera senza esitare.

***

Ricordo il terrore che si celava nei tuoi occhi non appena mi avvicinai al letto. Eri terrorizzato. Stringevo ancora di più i pugni, conficcandomi le unghie nel palmo della mano, facendolo sanguinare. Tentavo di non farti del male, non so come ma riuscivo ad impedirmelo…fino ad un certo punto. In quel momento, ti ho odiato con tutte le mie forze e purtroppo, sarei stato capace anche ad ucciderti.

***

- Perché Tom? -
Disse singhiozzando, avvicinandosi lentamente al letto sfatto del fratello. Stringeva più forte che poteva i pugni, conficcandosi le unghie all’interno dei palmi, facendoli sanguinare. Quanto a lui, era terrorizzato. Vedeva l’odio nell’occhi del fratello ed era perfettamente convinto che questa volta, la bontà di Bill non l’avrebbe più perdonato; anche lei l’avrebbe schifato.
- Mi fai schifo! -
Sospirò, cercando di trattenere le lacrime, che però continuavano a rigare il suo viso.
- Bill ti prego…perdonami! -
Scongiurò poi; tremando non appena vide i pugni di Bill allentarsi, e avvicinarsi delicatamente al suo viso.
- No Tom. Troppe volte l’ho fatto; troppe volte ho fatto finta di niente; troppe volte ho sofferto e sono stato male. Ora..ora mi sono stancato. -
Sfiatò poi, avvolgendo il collo di Tom fra le sue mani. Iniziò a stringere lentamente, sentendo i pollici spingere contro la sua trachea.
- Bill..non farlo. -
Annaspò, afferrando gli esili polsi del gemello, tentando di toglierglieli dal suo collo. Ma in quel momento, i magri e esili polsi di Bill, erano riusciti a trovare la forza di cui avevano bisogno, una forza che avevano accumulato dopo tutto quello che lui aveva passato, una forza che non vedeva l’ora di essere sprigionata. La voce che sentiva nella sua mente, continuava a farsi sentire sempre di più, per non intimorirlo.
Uccidilo! Uccidilo! Uccidilo!
- Avevi detto di amarmi e che avresti voluto passare l’intera vita con me. Sei solo un bugiardo, uno schifoso bugiardo. -
Ripeteva Bill, spingendo ancora di più contro la sua trachea fino a quando Tom, non mollò la presa, facendo cadere le braccia sul letto; ormai privo di vita.
- Ti amo fratellino. -
Sfiatò Bill.
- Ti ho sempre amato. -
Disse poi, stampando un casto bacio sulle labbra ancora calde di Tom.

***

Ancora non ci credo di aver fatto una cosa simile. Tanto meno non sapevo che ne sarei stato capace. Ma ora…lo so. Credo che avrei dovuto trattenere la rabbia, scaricarla in un altro modo, non su di te. Perché ora, purtroppo, ogni secondo che passa senza di te, è un secondo vuoto, la mia vita ormai è vuota. E anche se ti odio, non posso fare a meno di te. Per questo, ho deciso di raggiungerti.