Eighteen Years, Erotico/Romantico/R/Lime

Erano le due di notte, eravamo lì da forse un paio d'ore; la musica era davvero tanto forte e cominciò a rimbombarmi ancora di più in testa. Ero insieme a lui, a mio fratello; stavamo festeggiando finalmente da soli il nostro 18° compleanno. La discoteca non era tanto un luogo adatto a noi, ma in quell'occasione, era davvero fantastica. Finalmente ero maggiorenne e potevo fare quello che volevo, ma l'unica cosa che avrei voluto farmi...era lì davanti ai miei occhi, che si muoveva sensuale a ritmo di musica. Forse erano stati i 5 bicchieri di vodka, o forse quella roba che avevo preso, tanto sta che vedevo i suoi movimenti a rallentatore, come se volesse farmi eccitare di più. Strizzai gli occhi per mettere a fuoco e scossi la testa per cacciare via i pensieri.
- Ehi Tom cos'hai? -
Mi urlò, avvicinandosi.
- Niente e che..mi gira forte la testa. Forse è meglio se torno in camera! -
Stavo per andarmene quando mi sentii afferrare il polso.
- Dai scemo, resta ancora un po'! Non si compiono tutti i giorni 18 anni non trovi? -
Disse mentre riprese a ballare. Dio si muoveva in un modo dannatamente eccitante. Mi dava le spalle. Non volendo il mio sguardo si abbassò sul suo sedere e mi morsi involontariamente il labbro inferiore. In quel momento gli avrei fatto di tutto. Il cuore mi batteva a mille, mi tremavano le ginocchia, ma dovevo trovare il coraggio per dirglielo.
- Bill? -
Non mi sentì.
- BILL?? -
Provai ad urlare più forte.
- Cosa c'è? -
- V-Vuoi...vuoi ballare? -
In quel momento mi sentii strizzare lo stomaco. Non potevo crederci che avevo appena chiesto a mio fratello di ballare con me. Sapevo benissimo che mi avrebbe tirato un ceffone e se ne sarebbe andato via, e di sicuro non mi avrebbe parlato mai più...e invece...
- Certo Tomi! -
Appena sentii quelle due parole, mi venne un brivido dietro la schiena; trattenni il respiro per qualche secondo. Si avvicinò un po' di più a me, dopo di che cominciò a ballare di nuovo.
- No Bill, no così! -
Dissi mentre sentivo il calore che arrivava fino alle mie guance, facendomi sicuramente diventare rosso. Di sicuro, quelle cazzo di pillole e la vodka aveva fatto un bel cocktail nel mio stomaco…e adesso mi stavano facendo diventare pazzo.
- E come? -
Disse facendo un lieve sorriso. Quello stronzo aveva già capito. Gli presi i fianchi, facendo scontrare i nostri bacini; dopo di che intrecciò le braccia intorno al mio collo.
- E' così che volevo ballare! -
Dissi infine sorridendo maliziosamente, cominciando a muovere lentamente il bacino contro il suo. Cominciai a sentire ancora più caldo di quanto già stessi sentendo inizialmente, dentro i pantaloni cominciai a sentire qualcosa che voleva essere liberato al più presto...Bill mi faceva dannatamente impazzire.
D'un tratto si girò di scatto, dandomi le spalle e fece scontrare il suo sedere contro il mio membro. A quel contatto ansimai che, sfortunatamente, Bill non potè non sentire. Lo sentii sghignazzare e cominciò a muoversi sempre di più.
Era come se in quella sala ci fossimo solo io e lui, nessun altro; perchè non stavamo affatto dando nell'occhio. Forse perchè eravamo tutti ammassati o forse perchè pensavano alla musica, tanto sta che io e Bill eravamo come se fossimo invisibili e questa cosa mi eccitava ancora di più.
Si girò nuovamente verso di me, a un pelo dalle mie labbra. Respiravo affannosamente. La testa cominciò a girarmi ancora più forte. Vedevo tutto girarmi intorno e Bill se ne accorse.
- Tomi cos'hai? -
Disse fermandosi, mettendomi le mani sul petto.
- Mi...mi gira la testa...-
Dissi strofinandomi gli occhi.
- ........-
Disse una cosa che non riuscii a capire.
- Cosa? -
Urlai.
- COSA HAI BEVUTO?? -
- Dio Bill andiamocene...non riesco a sentirti. -
- Vieni scemo! -
Mi afferrò il polso, e mi strattonò via dalla folla.
- Bill aspetta...non mi tirare! -
Bisbigliai, ma ovviamente non mi sentì. Avevo tutto che rimbombava nella mia testa. Avevo davvero esagerato con l'alcool. Poco dopo, con un po' di sforzo, riuscì a tirarmi fuori dalla folla e ci dirigemmo verso l'ingresso. Finalmente silenzio.
- Ma si può sapere cosa ti è preso? Sembri uno che è stato schiacciato sotto un treno. -
Disse chiamando l'ascensore.
- Bill ti prego non urlare! Ho un mal di testa pazzesco. -
Dissi chiudendo gli occhi e mettendogli un dito sul labbro.
- Scusami...-
Disse a bassa voce, baciandomi poi la punta dell'indice. Sorrisi leggermente, dopo di che entrammo in ascensore. Non dicemmo niente di quello che era successo per tutti i 13 piani che ci separavano dalla nostra stanza. Era come se non fosse successo niente.
- Eccoci Tomi, siamo arrivati! Adesso corri però!-
- C-come corri? -
Mi prese rapidamente per mano, facendo intrecciare leggermente le nostra dita, dopo di che cominciò a correre. Con un po' di fatica, cercai di stargli dietro, ma poi...
- Bill ti prego fermati! -
Mi fermai di botto, e di conseguenza feci indietreggiare anche lui.
- Cosa c'è? Dai così abbiamo più tempo per noi! -
Ero appoggiato sulle ginocchia, non mi reggevo quasi più in piedi. Respiravo pesantemente.
- Credo…credo che mi stia venendo da vomitare. -
E come volevasi dimostrare, vomitai.
- Oddio Tomi, mi dispiace. -
Mi venne incontro e mi mantenne la fronte, cercando di togliermi i capelli davanti al viso. Continuai a sforzarmi, fino a quando non vomitai persino l’anima.
- Credo che per la donna delle pulizie non sarà un belo spettacolo. -
- Vieni qui scemo! -
Disse sorridendo facendomi alzare e, con un po' di fatica, mi fece poggiare sulla gracile spalla, dirigendoci poi in stanza che, ovviamente, era l'ultima di quel dannatissimo e lunghissimo corridoio.

***

- Dai Bill c'è...c'è la faccio lasciami adesso! -
- No! Dai non ti reggi in piedi. Ora andiamo in camera e ti preparo una camomilla; poi ti prendi un paio di aspirine e ti riposi ok? -
In quel momento il cuore cominciò a battermi forte, ma davvero forte. Non so perchè, ma la mia testa diceva che non voleva assolutamente dormire, non con lui in camera.
- Bill? -
- Cosa c'è? -
- Non voglio dormire. Io…io voglio stare con te! -
Si fermò un attivo, dopo di che si girò verso di me e sorrise.
- Anche io. -
Poco dopo arrivammo alla stanza.
- Aspetta Tom, adesso la apro. -
Nonostante avesse difficoltà a cercare le chiavi della stanza nella sua tasca, non lasciò per nessuna ragione il mio braccio, che piano piano cominciò a farsi sempre più pensate.
- Ti amo Bill. -
Farfugliai, non so nemmeno io perché lo feci.
- Ecco Tom, ce l'ho fatta! -
Nessuna risposta, nessun cenno di stupore. Forse non mi aveva sentito, o forse per quanto stavo male, avevo anche le allucinazioni.
“Perfetto” pensai “Ora ho anche le allucinazioni.”
Chiuse la porta dietro di se, dopo di che mi accompagnò sul letto e mi fece distendere. Mi aiutò nel togliere le scarpe e il giaccone, che poggiò su una sedia lì vicino.
- Come stai? -
Mi chiese sedendosi accanto, accarezzandomi la fronte.
- UNA MERDA! -
Dissi ridendo leggermente. Sorrise anche lui. Chiusi gli occhi. D'un tratto sentii un peso su di me, era Bill.
- Sch! -
- Cosa fai? -
Ho voglia di baciarti Tom...-
Rimasi impassibile, immobile, a fissare quei suoi occhi color nocciola che, da ormai troppo tempo, erano diventati il mio sogno. Fissavo quella bocca che, ormai erano diventate la mia ossessione.
- Ma aspetterò che ti riprendi...-
Si alzò da su di me, dandosi una leggera spinta con le braccia, dopo di che andò nell'altra stanza a prepararmi la camomilla. Rimasi come prima, immobile, come se avessi visto un fantasma. Decisi di chiudere gli occhi per un po'. La testa non faceva altro che girare. Mi portai il braccio sul viso, in modo tale da coprirne gran parte. Poco dopo sentii dei passi, era tornato.
- Come mai ci hai messo tanto? -
Chiesi mettendomi seduto sul letto.
- Cosa vuoi! Non sono io che decide quando l’acqua deve farsi bollente. -
Disse sedendosi accanto me, mettendo il vassoio sulle sue gambe.
- Scusa Bill e che non sopporto più questo mal di testa. -
- Si certo, come no! -
Disse poi ridendo, porgendomi la tazza di camomilla e le due aspirine.
- Con queste mi sentirò meglio? -
Chiesi prendendo la seconda pillola.
- Mmmh...-
Alzò gli occhi al soffitto, dopo di che li fece cadere nuovamente su di me.
- Beh, dopo la tazza di camomilla e le due pillole, ti toccherà un bel trattamento rilassante. -
Disse facendo un sorriso al quanto malizioso.
- Che intendi? -
Dissi sorseggiando la camomilla, mentre tenevo la tazza con entrambe le mani per riscaldarmi. Si avvicinò ancora più a me, mettendomi una mano sulla coscia che, man mano poi, la fece scivolare lungo l'interno. Mi lasciai sfuggire un lieve sussulto, costringendomi a chiudere gli occhi.
- Spero che dopo questa notte il nostro rapporto non cambi. -
- E cioè? -
Dissi poggiando sul comodino la tazza ormai vuota.
- Nel senso che...non voglio essere come una delle tanta puttanelle che ti sei portato a letto. Io vorrei essere qualcosa di più importante per te. Capito vero? -
Mi portai una mano sulla testa e mi grattai leggermente.
- Qualcosa non va? -
- No Bill. E' tutto ok...-
- Ma...??? -
- Non c'è un ma. E' tutto ok e basta. -
- Ok. Mi fido. -
Si distese accanto a me, dandomi le spalle.
- Adesso aspettiamo che le aspirine facciano effetto ok? -
Gli misi una mano sulla spalla, lo girai di scatto verso di me. I nostri sguardi si intrecciarono per qualche istante, dopo di che dissi quelle due fottute parole che per tanti anni mi ero tenuto dentro.
- TI AMO! -
E lasciai che la mia bocca racchiudesse la sua, delicatamente, e permisi alla sua lingua di giocare con me. Non avevo bisogno delle pillole per stare meglio...avevo lui.
- Lo so Tomi! -
- Come lo sai? -
Dissi staccandomi di botto.
- Vedi scemo che avevo sentito prima, volevo solo vedere se avevi il coraggio di ripetermelo. -
Arrossii, ero davvero imbarazzato.
- Sono un po' scemo vero? -
Dissi arrossendo ancora di più abbassando lo sguardo.
- Si! lo sei! ma adesso basta scherzare...ora...sei mio! -
Quando disse così, mi sentii percorrere da un forte brivido dietro la schiena. Si avventò sul mio collo, che cominciò a mordere e a leccare piano piano. Mi faceva impazzire.
- Dimmi ancora che mi ami ti prego! -
Sussurrava mentre faceva scivolare le mani lungo il petto, per poi arrivare fino l'addome, infilandole nei miei jeans. Mi lasciai scappare un "ti amo" soffocato dal piacere che stavo provando il quel momento, ma gli andò bene comunque.
- E..e tu mi ami? -
Continuai ad ansimare, mentre le sue mani avevano già provveduto a privarmi dei pantaloni. Non mi rispose. Mise le sue morbide e soffici mani sotto la maglietta, mi graffiò leggermente, per poi buttarla via a far compagnia al resto dei vestiti. Mi ritrovai semi nudo, faceva davvero freddo.
- Adesso tocca a me. -
Sussurrai per poi capovolgere la situazione. Lo privai dei vestiti in pochissimi istanti. Scoprire quel corpo così perfetto in tutto, era sempre stato il mio desiderio. Il mio sguardo si posò automaticamente sulla sua stella, vicino l'inguine a destra. Mi chinai con il capo e cominciai a baciare ogni piccola parte di essa, aggiungendo tanti piccoli morsi. Ogni tanto alzavo lo sguardo per vedere la sua reazione; aveva la testa all'indietro, permettendomi di vedere alla perfezione il suo pomo d'adamo.
- Ti..Ti amo anche io! -
Mi rispose con un lieve gemito. Io sorrisi, dopo di che tornai su per prenderlo dolcemente dalla testa, permettendo ai suoi capelli di infiltrarsi fra le mie dita, per poi portarla vicino la mia bocca. Feci scivolare la mano libera lungo il fianco fino ad arrivare alla molla dei boxer per sfilarglieli rapidamente. Feci così anche con i miei. Smisi di baciarlo, i nostri sguardi si intrecciarono per pochi istanti. Cercavo il suo permesso in quello sguardo, quel permesso che avevo timore di non ottenere.
- Tom...-
Sussurrò delicatamente
- Cosa c'è? -
- Se è un permesso quello che stai cercando...puoi farlo. -
Disse con un po' di imbarazzo, abbassando leggermente il capo.
- Ehi? -
Gli presi il mento.
- Ti puoi fidare di me. -
Sorrise. Divaricò leggermente le gambe con un po' di timore. Gli afferrai una coscia, mettendola sul mio fianco, feci così anche con l'altra.
- Ti amo! -
Bisbigliai a fior di labbra, dopo di che mi impossessai del suo corpo.
- Mmh! -
Si lamentò leggermente a primo impatto e contrasse tutti i muscoli del suo corpo. Sentii successivamente le sue unghie che penetrarono nella mia schiena, provocandomi un leggero dolore.
- Ti..ti faccio male? -
Sussurrai poi, rimanendo ancora fermo, giusto il tempo di abituarsi.
- Abbastanza -
- Se non ti senti pronto…possiamo anche smetterla. -
- No…continua…-
Gli detti retta, e cominciai a muovermi delicatamente.
- se ti faccio male…stringi la mia mano ok? -
Presi una sua mano e intrecciai le mie dita con le sue. Ogni volta che spingevo, Bill faceva affondare le unghie nel dorso della mia mano facendomi a dir poco male. Ma nulla era incomparabile a ciò che stava facendo lui per me.

***

Non ci volle molto per venire, e quando finimmo, mi lasciai cadere sul suo petto sudato. Sentivo il suo cuore battere a mille.
- Sai...questo è stato il compleanno più bello della mia vita! -
Disse ancora con il respiro pesante.
- Perchè? -
Chiesi facendo finta di niente.
- Perchè ho finalmente capito che la persona con cui voglio passare il resto della mia vita sei tu! -
Sorrisi, avevo le lacrime agli occhi.
- Sai Bill, adesso so come chiamare il nuovo album. -
- A davvero? e come? -
Disse tutto felice.
- Zimmer 483 -
- Ah..e perchè? -
- Perchè sapremo solo noi cosa è accaduto questo giorno in questa stanza! -

Fine