Süchtig - La nostra vita, Conclusione. Nc17 Twc NR, Romantico, Drog Use, Lemon

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Ly_93
TOPIC_ICON11  view post Posted on 30/11/2012, 02:17




Titolo: Süchtig - La nostra vita
Autore: Ly (Gabriel)
Genere: Romantico.
Raiting: Nc17.
Avvisi: Twincest not related - AU - OOC - Fluff - Introspettivo - Drog Use- Adult Content - Angst - Fluff .
Desclaimer: Tom e Bill non mi appartengono in nessun modo, così come i Tokio Hotel. Tutto ciò che è narrato in queste pagine è solo frutto della mia fantasia, e ovviamente non ci guadagno assolutamente nulla.




unbenanntxedz
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+++






Era sera inoltrata del giorno dopo quando Tom si sveglió di controvoglia. Era ancora molto stanco, gli occhi sembravano non volersi aprire. Purtroppo la droga ti da grandi momenti di iper-attivitá e benessere...ma poi li restituisci tutti in sonni devastanti che superano anche le 36 ore.

Mosse lentamente il braccio destro sentendolo quasi morto: c´era ancora Bill sopra.

Il moro sembrava non volersi svegliare.
Che strano, pensó Tom: abituato all´immensa precisione di Bill in tutto quale organizzarsi la giornata, uscire sempre a certe ore, e simili.

Ora peró toccava a lui alzarsi e fare il proprio dovere: era rimasto a secco di soldi, non aveva piú nemmeno due marchi in tasca e si sentiva uno schifo. Nemmeno aveva mangiato dalla sera prima.

Si mosse lentamente scavalcando poi il corpo del ragazzino e si rivestí velocemente prendendo in prestito qualche sua felpa dall´armadio.

Afferró lo zainetto logoro e aprí la porta lentamente, dando un´ultima occhiata a Bill.
-Scusami.- Sussurró cercando di non soffermarsi troppo per non piangere.
Richiuse la porta alle sue spalle e proprio mentre stava congiungendo i due pezzi di serratura una voce lo fermó.
-Dove cazzo credi di andare?- Fu questione di secondi poiché Bill spalancó la porta non ancora chiusa e lo tiró dentro per il colletto.
Richiuse la porta con un calcio e lo guardó negli occhi, serio come al solito. Cattivo come al solito, infastidito come al solito.
Era tornato il Bill di sempre.
-Dove cazzo stavi andando?-
Tom abbassó la testa, non trovando alcuna scusa.
Bill si avvicinó e gli prese il mento con una mano, velocemente, senza alcuna gentilezza...facendo incontrare i loro sguardi.

-Te lo ripeto una volta e poi basta, dove cazzo volevi andare?-

Tom chiuse gli occhi non riuscendo a sostenere quello sguardo penetrante e riproveratorio che lo faceva sentire una merda.

-Da nessuna parte.- Mormoró tenendo la mascella dura.

La mano di Bill si allontanó dal suo viso, il ragazzo si voltó dandogli le spalle e iniziando a mettere a posto la sua "casa".
-Vai, é li la porta.. torna lá, tornaci. Torna pure a battere, non me ne frega un cazzo!- Disse vago, evitandolo di guardare e continuando a spostare cose, piegare vestiti a caso, convinto di non far notare troppo l´agitazione.
-Bill, non voglio questo.- Sbuffó Tom non sapendo che pesci pigliare.

Allargó le braccia e lo raggiunse circondandogli il ventre.
Gli bació piano il collo.
-Non puoi pretendere che io cambi tutta la mia vita in due minuti Bill, non é immaginabile. Per quanto svalvolata,malsana e insignificante sia..ho dei ritmi, dei giri..e dei doveri che mi sono imposto. Uno di questi é tirare su soldi, e i soldi sono finiti. Non posso pollare a te a vita... -

Bill si ribelló velocemente dalla sua stretta e si voltó prendendolo per le spalle.

-E allora vuoi tornare a dare il culo alla stazione? E´ questo che vuoi? Ma si.. scusami..avevo dimenticato che per te tanto non fa nessuna differenza..giusto? Per te una scopata é una scopata..come cazzo ho fatto a non pensarci prima?-

Senza rendersene conto stava urlando, isterico come non mai. Tom lo fissava con occhi sgranati, non volendo credere alle sue parole. -Tanto per te prendere dei cazzi, o dei culi é abitudine. Lo fai di mestiere, non te ne frega un cazzo di nient´altro..é cosí, cazzo! E io sono solo un fottuto cliente che ti vuoi intortare per avere meno debiti o cosa?Dai dí le cose come stanno ormai, dillo!-

I suoi occhi rossi lacrimavano di brutto e viola in viso sentiva le vene del collo pulsare, stava sclerando davvero, come mai aveva fatto da troppo tempo.

Tom lo guardó un pó storto sorridendo,assolutamente deluso.
Lo sguadró da capo a piedi e poi sussurró

-Mi sa proprio che allora di me non hai capito proprio un cazzo..-

Fece dietro-front e lasció la casetta in un paio di passi, se ne andó cosí in quattro e quattr´otto mentre Bill piangeva disperato sul proprio letto urlando i peggiori insulti, come assatanato.

I suoi sentimenti lo stavano possedendo come mai avevano fatto e lui si sentí lí, inerme, soffocato dal dolore sfogando tutte le proprie frustrazioni con esternazioni emotive piuttosto inedite.



+++





Non dormiva da giorni, non vendeva da giorni. Non aveva un soldo in tasca e vagava per la cittá come uno stupido. Non gliene fregava un cazzo di andare dal Grosso a fare rifornimento, non ne poteva piú di quella merda, di quell´ambiente, delle persone.
Aveva pensato seriamente al suicidio ma poi sorrise, rincuorato dal fatto che non ne avrebbe mai avuto il coraggio.

Aveva passato praticamente tutta la sua vita a farsi la corazza: a imparare a non piangere, a non soffrire piú, a non farsi smuovere da nulla. Aveva imparato come controllare tutto ció che avveniva dentro alla sua anima per soffocarla a morte, per non esternare mai piú niente. E poi era bastato un drogato qualunque e una settimana a fotterlo.

Non era piú quello di prima, stava dando i numeri e se ne rendeva conto. Piangeva tanto, pensava a Lui. Sentiva il cuore battere al solo pensiero di quella sera in quella doccia, ma anche a tutte le giornate insieme passate.

Si sentiva coglione per aver creduto cosí tanto nel loro legame da provare a tirarlo fuori dal tunnel della droga e invece quello se ne era sbattuto. Ci stava anche riuscendo, Tom dormiva molto di piú, era piú debole, ma piano piano poteva farcela, non era cosí marcio.

Bill ci aveva messo il cuore, la speranza , tutto; e invece era andato tutto in fumo.

Da quello che aveva capito dovevano mancare pochi giorni al Natale poiché tutti in giro facevano auguri. Nei negozi, alle bancarelle, per la strada.

Rubó una ciambella calda al chiosco e se la mangió tranquillo, gustandosi quella schifezza fritta e calda che lo sollevó un pochino.

Improvvisamente sorrise a un pensiero. Gli sarebbe piaciuto andare un pochino in botta, per alleggerire il dolore.

Era tantissimo che non si faceva un cannetta di quelle buone, e all´idea di viaggiarsela un pochino,tanto da alleviare le sue sofferenze di sentí giá meglio. Passó sotto ai portici spedito verso la fermata della Metro quando un gruppetto di ragazzi píú piccoli attiró la sua attenzione.

Erano tutti vestiti da Hip-Hoppari di merda; Bill alzó il sopracciglio sentendo lo stomaco contrarsi. Assomigliavano un pó a Lui. Camminavano ciondolando come scimmie e indossavano abbigliamento molto colorato.
In pratica volevano fare gli Yankee ma risultavano piuttosto ridicoli dal momento che non sapevano nemmeno parlare perfettamente la loro lingua madre.

Parlavano un linguaggio assolutamente ridicolo, uno Slang con vocaboli molto simili a quelli che doveva usare lui per lavoro e che aveva sentito spesso anche da Tom.

A Bill quelle persone facevano un pó pena. Lui era il primo a parlare in un certo modo quando spacciava, ma perché sapeva che la maggior parte di quella gente non sapeva proprio esprimersi diversamente, ma Lui era diverso, non era come loro. Non era cosí sfigato e di basso livello.
Lui era solo piú furbo, li fotteva tutti e ci guadagnava soldi, cosa che nessuno di loro avevano dal momento che si stavano firmando il funerale e il conto in banca da soli.


I ragazzi si fermarono in un angolo del porticato e uno di loro appoggió uno stereo di generose dimensioni in terra. Un´altro cavó dai tasconi una cassetta e la infiló dentro facendola partire.

Era musica Americana piuttosto ritmata di quella che Bill ascoltava abitualmente tra un disco rock e l´altro. Lui era piú sul britannico e l´europeo ma ultimamente si era fatto travolgere anche Lui da quell´americanizazione che stava avendo molta influenza anche in ambito musicale. Stava esplodendo la disco-music e ormai tutti ne erano impazziti.

Poche battute piuttosto ritmate e i ragazzi in cerchio cominciarono a battere le mani a tempo. Bill incuriosito si accese una sigaretta e si sedette su un muretto poco lontano, tenendoli d´occhio.

Uno ad uno entravano nel cerchio e si esibivano in una danza mista tra quella che sembrava ginnastica agonistica e movimenti piuttosto semplici ma accattivanti e fatti al microsecondo giusto.

Ormai il cerchio era a metá e si stavano esibendo in cinque, tutti perfettamente coordinati e a tempo.
Nei loro occhi si leggeva la passione, la determinazione e la leggerezza in quello che facevano.
Non sembravano prendere nulla troppo sul serio, ballavano cosí in mezzo alla strada perché probabilmente non avevano altro da fare.


Bill li guardava incantanti canticchiando tra le labbra . Stette tutta la sera ad ammirarli da poco lontano e poi se ne tornó a casa dimenticandosi la canna, e tutto il resto.
La musica era la sua vera vita, e a quel pezzo di merda non doveva piú pensare.







Non voleva pensare a quel pezzo di merda e infatti la notte stessa era uscito all´improvviso di casa, incapace di stare lí dentro. Determinato a dare sfogo a tutte le sue paturnie si diresse verso la stazione centrale.

Tom

I suoi rasta biondi e stopposi al tocco che svolazzavano ogni qualvolta egli girasse la testa.

Tom

I suoi occhi mielati e le sue ciglia lunghissime. Le sue guance piene che arrossivano ogni dieci minuti. La sua camminata demotivante per lo stile di Bill.

Il suo linguaggio disattento alla grammatica e i suoi termini slangati nonostante egli avesse quasi vent´anni.

La sua risata estremamente gay, e il modo in cui faceva volare qualsiasi cosa nei paraggi ogni qualvolta ridesse con un colpo di mano distratta.

Tom, che dopo aver rubato il suo cuore a ver fatto l´amore con lui pretendeva di tornare alla stazione a battere per farsi di nuovo.

Nonostante Bill stesse facendo di tutto per guarirlo.
Nonostante Bill stesse facendo di tutto per cambiarlo.
Nonostante Bill credesse nel loro amore a tal punto da sconvolgere la propria vita.

Prese una sigaretta dal pachetto e ne staccó un filtro, lo tenette tra l´indice e il medio e dopo averne leccato il bordo ci incastró dentro mezzo grammo.
Cremó la sostanza compressa e facendo attenzione a non bruciarsi la misceló tutta nella mano, la mischió con il tabacco e infine si rolló la terza canna della serata.
Pensava a lui ma non soffriva troppo, era davanti alla stazione da tre ore ormai, e fissava tutta la folla fumando di continuo come uno di loro.

Si sentiva anche stupido, molto stupido, ma per una volta toccava anche a lui dimenticare, stravolgersi quel poco da non soffrire cosí tanto.

In mezzo a tutte quelle marchette non ce n´era uno che assomigliasse a Tom. Che avesse cambiato posto?

Fece un´altro tiro e scese dal muretto avvicinandosi a due di loro, che parevano piú tranquilli rispetto agli altri.

-Scusate..-

Un ragazzo dai lunghi capelli rosso fuoco gli sorrise. Un profondo strato di rossetto splendette sotto il lampione e gli occhi pesantemente truccati s´illuminarono.

-Hey piccolo..allora?- Rispose ammiccando.

Bill aveva imparato e non si arrabbió.
Dopotutto anche loro facevano il proprio mestiere, perché essere diffidenti e scontrosi con dei ragazzi che avevano solo scelto di fare un determinato stile di vita, non aveva senso. Sorrise scuotendo la testa.

-No, ho solo bisogno di sapere dov´é Tom..-

Il rosso e il collega si guardarono allusivi sorridendo in maniera quasi cattiva.

-Un´altro che lo cerca..mi spiegate come mai andate tutti con lui? Sono anni che ci sta fottendo la piazza, cristo!-

Bill ridacchió un pó e poi tornó serio: -No seriamente, potete dirmi dove si trova?-

Il rosso guardó il moro e sembró pensarci su un´attimo.
-Non lo vedo da molto... piú di una settimana fa. Da quella sera che Andreas voleva picchiarlo.. stava difendendo un moretto... -
Poi si fermó, lo guardó fisso dall´alto in basso:-Uno piccolo, che assomigliava un sacco a te..- Storse gli occhi per chiedere conferma e Bill annuí.

-Si, ero io quella sera...davvero non lo vedete da allora?-

Il rosso annuí, l´altro travestito pure.
Bill sbuffó guardando in terra e sentendosi sconsolato. Dove cazzo poteva essere?

Il rosso gli appoggió una mano sulla spalla.
Una sbanfata di profumo fortissimo da donna gli invase le narici e Bill starnutí forte piegandosi in due.
I due risero.
L´altro travestito, questa volta con una parrucca violetta, gli si avvicinó e lo guardó un poco.
-Hey..posso chiederti..perché vuoi tanto Tom? Quello che ti fa lui possiamo farlo chiunque di noi..perché sempre Lui?-

Bill arrossí.

-Non é roba di questo tipo..- Rispose solamente, sbrigativo.
Il rosso sembró capire e fece risplendere gli occhi circondandolo nuovamente con un braccio.

-Non dirmi che tu e Tom...- E fece unire piú volta gli indici delle proprie mani.

Bill sorrise. -A questi punti, non lo so nemmeno io..- Concluse sconsolato.

Il viola sorrise e poi sbuffó al cielo. -Tesoro, tu sei piccolo..ma ci sono cose di Tom che non sai..e che forse non ti piacerebbe sapere...- Disse triste fancendo il vago.

Bill scoppió candidamente a ridere -Lo so che si buca, non sono nato ieri. E ti stupiresti tu a sapere il resto..-

Le due marchette si guardarono un´attimo e poi incentrarono nuovamente l´attenzione a lui.

-Non mi dire che anche tu..-

Bill fece segno di dinniego con la testa. -Nemmeno per sogno, io ci tengo alla mia vita. Qualche cosa ognittanto ma senza esagerare.. ma perché lo sto dicendo a voi?- Si stupí staccandosi immediatamente dalla stretta di uno di loro e le guardó sorridendo scettico.

Stava raccontando tutti i cazzi suoi a due puttane! Ma com´era finito a quei livelli?Ah giá, per uno di loro.

-Vabbé gente se non sapete aiutarmi... io andrei- Concluse iniziando ad allontanarsi. I due lo guardarono straniti.
-Guarda che non mordiamo; e non abbiamo la peste!-
Il moro sorrise.
-Si lo so, ora peró devo andare a cercarlo...-
Si guardarono estasiati. Il rosso fece ciao con la mano e poi lo fermó.
-Aspetta!-

Bill si voltó di scatto sperando che la zoccola si fosse ricordata qualcosa di importante che lo potesse aiutare.

-Ricordati una cosa. Comunque andrá a finire con Tom, ricordati sempre che quando una puttana si innamora, lo fa per sempre. Comunque vada.-

Il moro storse lo sguardo. Ma che cavolo aveva bevuto?
Annuí velocemente e poi ritornó sui suoi passi agitando una mano dietro la spalla.
Poverini, che vita dura facevano.




Attraversó tutta la cittá a piedi, passando in mezzo ai drogati, andando nei soliti posti strategici dove sapeva bazzicare certa gente, ma non lo trovó.
Non lo trovó nei vicoli, non lo trovó nei portoni. Non lo trovó alla stazione chiusa della Metro. Non lo trovó da nessuna parte.

E se si fosse sentito male?

L´angoscia inizió a pervaderlo e inizió a innervosirsi sempre di píú. La leggiadra sensazione del fumo stava ormai svanendo e i dubbi, i rimorsi e i peggiori pensieri stavano avendo la meglio.

Attraversó nuovamente il ponte e guardó giú dal fiume.
Cosa cazzo doveva fare adesso?
Una lacrima cadde e si andó a mescolare in quella distesa d´acqua enorme; La luna la illuminó.

Si asciugó un´occhio.

Ma dove stava andando a finire il proprio carattere?

A passi spediti raggiunse l´altra sponda del fiume deciso a tornare a casa una volta per tutte, inizió a camminare piú veloce non vedendo l´ora di stendesi sul letto e bombardare le proprie orecchie ma soprattutto il proprio cervello di musica.
Ne aveva seriamente bisogno.

Scese le scalette e poi sembró scorgere un´ombra, accovacciata sul pavimento: si muoveva scordinatamente avanti e indietro dondolando sul sedere.
Si stringeva le ginocchia e scuoteva la testa da parte a parte.
Un pazzo?

Bill assottiglió la vista.

Di fianco alla figura c´era qualcosa di informe appoggiato, pareva uno zainetto.

Sbarró gli occhi.

Corse velocemente vedendo davanti a sé prendere forma la figura di Tom che mormorava a se stesso cose senza senso, piangeva e si dimenava come uno sconclusionato.

Si accucció velocemente e lo scosse con una mano tenendogli la spalla.

-Dove cazzo eri? Dove cazzo eri?- Urló piangendo dalla gioia e allo stesso momento dalla tristezza. Era giá tanto se era riuscito a parlare, da quanto il cuore gli stava rimbalzando in gola. E di certo non aveva intenzione di stare attento a cosa diceva.

Tom lo fissó un poco e gli afferró il colletto della giacca quasi sostenendosi a lui, aveva gli occhi sbarrati.
-Ne hai? ti prego..sto impazzendo..-

Bill si staccó. -Ma come..non eri andato a battere?-

Tom non rispose. Scosse solo la testa con i soliti movimenti poco coordinati e lo sguardo provato dal terrore.

Bill velomente gli sparó sempre mezza dose lí in mezzo alla strada subendosi anche un´altro caricone di insulti e richieste poco educate di maggior quantitativo.

Tom si calmó esattamente tra le sue braccia e poi gli sorrise, stanco morto.

-Ci ho provato..giuro che ci ho provato...-

Tom non capiva.

-A fare cosa?-

-Ad andare con gli altri..ma mi faceva schifo.-

Bill si sedette un pochino piú comodo di fianco a Lui estraendogli la siringa lentamente e tamponandogli il braccio con attenzione, come se lo stesse dolcemente medicando.

Tom continuó a parlare sentendosi in dovere di farlo.

-Mi facevano schifo le mani di quello. Il suo respiro mi dava al vomito. Mi faceva schifo quello che stavo facendo perché..sentivo di tradirti. Da quando ho conosciuto te.. qualsiesi altro corpo mi fa stare male. Non sono riuscito a fare niente oggi...-

Bill spalancó gli occhi e alzó la testa per guardarlo negli occhi.

-Non hai scopato oggi?Non ti sei fatto? Non..-

Tom scosse la testa rivelando l´altra guancia, livida e color violaceo.

-Mi sono preso anche uno schiaffo per questo, non ho voluto continuare o sarei morto.-

Il moro sembrava ancora non capire.

-Ma...per quale motivo? L´hai fatto finora!-

-Finora non c´eri Tu.- Concluse candidamente Tom come se fosse stata la cosa piú normale da dire in quel momento.

Bill si accasció contro di lui e gli bació piano il collo sentendo il cuore battere forte.

Si sentiva bene, troppo bene. Sollevato come non mai. Sentiva di appartenere a quell´ammasso di vestiti e ignoranza che camminava in maniera ridicola. Sentiva che importasse solo lui..il resto era monotonia.

-Non scappare piú da me..per favore..- Chiese premendo il viso contro al suo collo ancora sudato e arrossato dagli sforzi.

Tom chiuse gli occhi e alzó lentamente un braccio per accarezzargli la testa.

-No, te lo prometto. Tu sei l´unica persona che mi puó aiutare adesso.E l´unica che voglio vicino. Tu sei tutto..Bill.- Concluse con un fil di voce.

Bill scoppió a piangere e si sfogó in quello stringendo forte il suo corpo. Tom lo ascoltó in silenzio e cercó di comprendere gli svariati significati. Una volta che li colse cominció a provare un pó di pena e rabbia per se stesso.

Si sentí in colpa, si sentí stupido.

Se c´era una persona in quel momento che gli poteva davvero volere un briciolo di bene era Lui. E l´aveva fatto star male, l´aveva abbandonato senza fare i conti con la realtá.

Senza Bill era spacciato.




+++





Erano settimane che Bill mandava Tom a Valium e a dosi sempre piú ridotte, e tra una crisi e una litigata. La cosa sembrava funzionare.

Bill mentre Tom dormiva come un sasso ne approfittava per uscire un pó e liberare un pó la mente.

Non era facile.

Bill alla fine era un ragazzino, e si era trovato solo in una situazione molto piú grande di sé. Ma ci credeva, credeva in quello che faceva perché in primis credeva in sé stesso, e poi credeva in quello che c´era con Tom.

Anche se Tom urlava, e dava di matto, quando si calmava chiedeva sempre scusa e gli dimostrava in ogni modo possibile il suo affetto e la sua voglia di continuare.
Poi magari mezz´ora prima gli aveva strattonato un braccio, o lo aveva mandato a fare in culo urlando come un pazzo; ma poi capiva e gli si accocolava contro chiedendogli scusa e pregandolo di sopportarlo.
Bill lo faceva con tutto il cuore, peró aveva bisogno anche lui dei propri momenti.

Era riuscito ad andare per miracolo a vedere David Bowie a Berlino, e ci era andato da solo. Per due ore buone era riuscito a immergersi nella musica tanto da dimenticare tutto, e vivere centoventi minuti di pura estasi.

Poi peró era uscito, e si era ritrovato a correre come un pazzo verso casa per paura che Tom fosse scappato o qualcosa del genere, e soprattutto perché gli mancava da morire.

Tom un giorno gli disse che non si ricordava piú il suo compleanno, perché nessuno gliel´aveva mai detto.

Bill quel giorno stesso era uscito ed era tornato con un´enorme tuta stile americano tutta colorata e piena di scritte. Era nuova nuova e profumava di negozio: cosa a cui l´altro non era per niente abituato.

Tom la scartó con il cuore a mille e quando si rese conto di cosa fosse scoppió a piangere come uno scemo. Bill sbarró gli occhi e lo raggiunse prendendogli una spalla.
-Oddio, non dirmi che fa cosí schifo..- cercó di sdrammatizzare, scherzando.

Tom si voltó verso di lui con gli occhi gonfissimi e facendo tremare le labbra come un bambino gli rispose tra un singhiozzo e l´altro.
-E´ la cosa piú bella del mondo. Nessuno mi aveva mai fatto un regalo.-

Bill era scoppiato a ridere per evitare di commuoversi a sua volta e l´aveva stretto fortissimo quasi da fargli male.
-Ecco, oggi é il 29 Giugno, vorrá dire che il 29 giugno sará il tuo compleanno, va bene?- Chiese Bill raggiante.
L´altro annuí, soffiandosi ancora il naso.



Anche se a casa Bill si faceva vedere sempre cosí forte e pieno di vita, fuori stava avendo non pochi problemi. Non poteva lasciare roba in camera per paura che Tom la trovasse, e prendeva e vendeva sempre meno: non gliene fregava piú un cazzo.
Gli importava solo avere i soldi per lui e Tom quei pochi che necessitavano e poi per qualche sporadico concerto nelle vicinanze e i dischi.


Quelli del suo giro non si fidavano piú di lui e il suo "potere" stava scendendo sempre di piú anche se lentamente. Anche il Grosso gli chiedeva sempre se stesse andando tutto bene, quasi preoccupato seriamente per Lui.

Quella sera tornó a casa con trenta marchi e neanche un misero grammo di niente.

Trovó Tom immobile sul letto che ascoltava uno dei suoi dischi, Micheal Jackson, tanto per cambiare. Fissava il muro davanti a sé e muoveva solo il bacino a destra e a sinistra, ognittanto giusto le mani, impercettibilmente. Poi muoveva la testa e sussurrava meccanicamente qualche parola.

Bill sorrise e lo raggiunse sul letto sovrastando il suo corpo. Gli bació la fronte e lo guardó negli occhi.

-Com´é andata oggi?- L´altro sorrise e gli accarezzó i capelli.

-Ho vomitato solo una volta, e mi é venuto un male assurdo alla gamba, credevo me la stessero mangiando. Ma poi basta..meglio rispetto alla settimana scorsa..-

Il moro gli bació tutto il collo sussurrandogli che era bravissimo e che era cosí orgoglioso di lui da non crederci. Gli tolse la maglia lentamente mentre l´altro ridacchiava.

-Bill sei incorreggibile...non ci credo! Io ti parlo dei miei successi nella lotta contro la tossicodipendenza e tu mi denudi toccandomi d´appertutto?!-

L´altro rise mentre gli stava leccando tranquillamente il bacino. Tom deglutí.

Il moro si fermó un momento a fissare il cavallo dei pantaloni dell´altro e poi li abbassó, deciso.

Il rasta sorrise, il ragazzo sembrava in vena di sperimenti.

Fissó un pochino le mutande riuscendo a vedere un leggero rigonfiamento, e sorrise. La toccó un pochino provando a muoverla.

Tom stava fermo accarezzandogli solo una gamba ma iniziava a sentire caldo.

Bill gli tolse le mutande. Lo guardó per un pó di tempo: era come il suo.

L´aveva giá toccato anche mentre facevano l´amore, ma sempre senza vederlo troppo..sempre mentre entrambi erano comunque occupati a fare altro e mentre era buio.

Lo strinse tra le mani e Tom respiró un pochino piú forte.

-E´... bello.- Sussurró.

Il rastone rise. -Non ci crederai, ma tu ne hai uno proprio uguale in mezzo alle tue gambe!- Ironizzó. E poi glielo pinzó per un secondo aprofittando del fatto che avesse la gambe aperte e il culo all´aria.

Bill sussultó e con un movimento gli spinse via la mano di lí. Era il suo momento, non doveva distrarlo!

-Non mi disturbare!- lo rederguí. -Lasciami in pace!-

L´altro fece spallucce e tornó a stare buono mentre il fidanzato lo accarezzava lentamente su e giú. Provó a chiudere gli occhi e a rilassarsi ma.. purtroppo il ragazzino non era molto esperto e non gli stava dando il giusto piacere. I suoi movimenti erano scoordinati, un secondo toccava il punto giustissimo facendogli partire il cuore dal petto, poi si fermava di colpo per ri-iniziare da un´altro punto.

-Sh sh.. Bill, aspetta.- Gli sussurró dopo avergli dato un bacio. Insinuó un poco la mano dentro ai suoi pantaloni stretti e riuscí a toccare anche lui, anche se aveva un braccio sospeso in aria e la posizione era un pó scomoda.
Bill sospiró e alzó un pochino di piú il sedere per facilitarlo ma non si mosse da in mezzo alle sue gambe.
Tom inizió a muovere la mano facendogli capire il giusto modo e Bill lo imitó a tempo.
Erano in perfetta sintonia.
Presero a baciarsi felici e sorridendo come due bambini. Fecero tanto rumore mugugnandosi frasi e urlando di tanto in tanto, poi vennero insieme imbrattandosi le mani del rilascio dell´altro.

Bill, con tutta la naturalezza di questo mondo, avvicinó la mano incriminata alla bocca e inizió a pulirsela con la lingua. Tom sgranó gli occhi.
-Sei un maiale.- Sibiló. Lui non era cosí! Era molto pulito e attento a certe cose. Con il lavoro che faceva stava sempre attento a non toccare mai troppo a fondo certe sostanze e a liberarsene subito.
-E´ buono..- Constató il moro continuando a succhiarsi un dito, felice.
-Sa di pollo?- Chiese Tom ironico pulendosi intanto la propria mano nel lenzuolo che penzolava.
-No, sa di....buono!-
Il rastaro scosse la testa rassegnato. -Facciamo cosí, proponilo al ristorante cinese dove andiamo di solito..magari ti ascoltano anche! Spaghetti di soia...al sugo di.. come possiamo chiamarla per cammuffarla ai clienti? Spermuke?-

Bill scoppió a ridere come un matto picchiandolo con la mano.
-Sei uno stronzo!-
-E tu sei un maialino..- Aggiunse l´altro baciandogli la punta del naso. -

E si addormentarono cosí tra le braccia dell´altro senza pensare a niente. Né a cosa avrebbero fatto l´indomani, ne a cosa li aspettava, ne a niente. Importava solo ció che accadeva nel momento stesso. Loro erano lí, e stavano vivendo davvero.




+++






Tom era sparito.

Bill si era svegliato e Tom non c´era piú.
Non poteva essere scappato, la sera prima era cosí entusiasta di star bene, di essere con lui. Non aveva dato alcun cenno di volersene andare o cose del genere. Non aveva senso.

Ma Bill aveva una paura folle, era terrorizzato. E se fosse uscito a cercare Eroina perché gli mancava? Non aveva nemmeno soldi, avrebbe avuto un sacco di problemi sicuramente!

Si alzó passandosi una mano stancamente sul viso, questa volta l´avrebbe sentito, non poteva sempre dargli questi numeri cosí di punto in bianco, non era la prima volta che usciva di casa di nascosto.

Si vestí velocemente e dieci minuti dopo era giá in centro a vagare come un pazzo. Aveva fatto tutte le fermate delle metro, tutti i posti piú marci ma non l´aveva trovato.

Eppure una voce dentro di sé voleva credere che fosse solo andato a farsi un giro, ma la paura era troppa.


Provó l´ultima: la stazione. Gli faceva malissimo pensare alla possibilitá che fosse lí, ma dove altro poteva essere? Diretto alla fermata della metro passó sotto ai portici e vide da lontano i ragazzi che ballavano. Sorrise. Erano troppo belli.

Si avvicinó un pochettino: non erano quelli della scorsa volta.. erano píú grandi. Ovviamente vestiti tutti come Tom e con gli atteggiamenti "alla Tom".
Bill scosse la testa: doveva muoversi.

Proprio mentre si voltava sentí uno di loro urlare: -Bella Tom! Allora non ti sei arrugginito,fratello!-

Si voltó di scatto giusto in tempo per scorgere un ragazzo che faceva ruotare la testa sul pavimento. E gli altri in cerchio gli battevano le mani.

Si avvicinó ancora un pochino. Girava velocissimo. Non lo vedeva nemmeno un faccia!

Sgranó gli occhi: doveva essere pazzo, da legare! Sarebbe morto se continuava cosí!
Le gambe erano piegate e le braccia anche, perfettamente allineate con il corpo, sospese per aria. Girava come una cazzo di trottola, non sembrava neanche una persona!

Rimase lí, a guardarlo, scioccato. Il ragazzo stava rallentando e Bill poté riconoscere dei rasta. Concluso l´ Headspin Sorrise.
Il ragazzo si fermó del tutto e lentamente si mise seduto: era il suo Tom.

Bill si mise una mano davanti alla bocca.

Il ragazzo era chino fissando il pavimento. Per niente conscio che fuori dal cerchio, a pochi metri ci fosse Bill, che sembrava avesse avuto un mezzo infarto.

-Bró.. mi gira tutta la testa.. sto malissimo..forse ho esagerato.- Mormoró, un pó a disagio.

Uno di loro rise.

-E´ normale Bró, quanto tempo era che non ballavi? Tu sei sparito piú di un´anno fa da noi!-

Bill era incredulo: Tom ballava? Ballava quella roba?E non gliel´aveva mai detto?

Si avvicinó cauto e si mise le mani sulle ginocchia, piegandosi un poco.

-Tom, tutto a posto`?- Gli chiese, preccupato. Il ragazzo alzó gli occhi e gli sorrise sconsolato.

-Non mi sgridare...- Sussurró, in colpa.

Gli altri ragazzi risero tra di loro e poi guardarono quel ragazzo cosí diverso da loro, chino su Tom..che sembrava conoscerlo molto, molto bene.

-Hey Bró, é una delle tue nuove colleghe?- Chiese uno, ingenuamente.

Tom sbarró gli occhi.

Bill scattó girando la testa e si si avventó contro.

-Brutto pezzo di merda, ripeti quello che hai appena detto!- Sussurró a denti stretti raggiungendo con due falcate il ragazzo che aveva parlato.

Tom lo acciuffó appena in tempo per il cappuccio fermandolo.

-Hey hey.. calmati..-

Gli altri ragazzi fecero da scudo al colpevole guardando Bill in cagnesco.

-Mollami Tom, mollami ora!- Urlava Bill, intento a picchiare quel pezzo di merda che gli aveva appena dato della puttana.

Ma Tom lo teneva fermo tra le sue braccia e gli parlava piano, dolcemente. Alla fine lo calmó.

-Non sono una fottuta zoccola, per tua informazione!- Urló comunque in faccia a ragazzo.

Tutta la crew guardava la scena senza capire. Bill e Tom erano abbracciati... il ragazzo moro sembrava molto suscettibile..Tom si era fatto vedere dopo tantissimo tempo.. e i pezzi non quadravano.

-Okay, ti chiedo scusa..ma io non volevo offenderti. Ho solo chiesto...- Si fece avanti il ragazzino, alibito.

Tom annuí e si rivolse agli amici.

-Bill é...un mio amico. Mi sta aiutando a ...-
Silenzio.

Bill gli prese la mano incoraggiandolo.
-A disintossicarmi.-
I ragazzi spalancarono la bocca.
-Davvero? E ce la stai facendo?-

Tom annuí.
I suoi amici gli balzarono addosso travolgendo anche Bill, che si tiró indietro tutto schifato. Ma perché si abbracciavano sempre come delle scimmie?

-Tornerai a ballare con noi allora?-
-Hai smesso di battere?-
-Cazzo allora stai tornando sulla buona strada? Ti davamo per spacciato fratello!-
Tom annuí accarezzando di nascosto la schiena a Bill.

-Lo devo a lui..- Disse, semplicemente.

I ragazzi guardarono Bill. Quello che lo aveva fatto incazzare si avvicinó: -Okay fratello, io sono Hermann, benvenuto tra noi.- Sorrise,stringendo la sua mano. I ragazzi si presentarono a Bill uno ad uno accogliendolo nel gruppo.

Bill quella sera scoprí un mondo: scoprí una grossa fetta della vita di Tom che non aveva mai saputo.
Tom non aveva mai e poi mai voluto parlare del suo passato a Bill, lui ci aveva provato, ma niente. L´unica cosa che sapeva é che anche lui non aveva piú i genitori e che era scappato da casa del suo amico morto di droga. Basta.

E invece Tom aveva passato l´adolescenza a ballare per strada l´Hip-Hop, con i suoi amici. Era uno che sapeva il fatto suo, e se ne intendeva parecchio. Poi la droga si era portato via tutto di lui, comprese le sue passioni piú grandi,comprese la sua vita.

E si era ridotto a prostituirsi e a vivere per strada come un coglione.


Ma appena aveva sentito di sentirsi meglio grazie all´aiuto di Bill, aveva provato a ritornare in quella piazza dove non tornava da anni,e a riprovare a muoversi.
Agli inizi i movimenti erano un pó goffi e scoordinati, ma dopo essere stato lí con loro tutto il pomeriggio, era riuscito a esbire un perfetto [Krampie] con la testa, proprio mentre era arrivato Bill, reduce dalla ricerca di lui.

Forse aveva sbagliato a non dirglielo. Ma era ancora tanto insicuro di sé da avere paura di illudere se stesso e lui. Per quello era uscito senza dirgli niente. Peró poi l´aveva trovato lui.

Quello si chiamava destino.




+
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+





Quindici anni dopo...





Bill si sistemó i polsini della camicia. Odiava quegli abiti scomodi e orrendi ma con il mestiere che faceva a volte erano indispensabili. Gestiva una struttura poco importante ma ogni giorno dava il sangue per portarla sempre un pochino piú in alto e un aspetto sobrio era sempre indispensabile.
Ogni giorno era un traguardo, e ogni giorno doveva incontrare persone per convincerle della propria validitá.

Si specchió: da allora era decisamente piú cambiato. I capelli erano stati tagliati corti lasciando lunga solo la parte davanti quel tanto da creare un curioso ciuffo girato all´indietro. L´abbigliamento era piú formale, ma in un cassetto del comodino teneva sempre le sue borchie e le sue mille catene, da indossare ogni mai.

Aveva una casa sua, comprata con i suoi soldi; Non troppo grande ma che gli permetteva di vivere decorosamente le proprie giornate.

Guardó l´orologio e sussultó: doveva affrettarsi o avrebbe fatto tardi.


Uscí in giardino e salí velocemente a bordo nella sua utilitaria. Un fottuto semaforo lo fece fermare qualche minuto proprio davanti alla fermata della metropolitana.
Sorrise.
Era davvero tanto tempo che non la prendeva, da quando lavorava la sua vita si era sconvolta.
Da quando aveva una casa propria si era tutto modificato.

Parcheggíó velocemente e salí le scale del centro.
Salutó la Receptionist con i solito cenno. Lei arrossí. Era cotta di lui,e nella sua mente non poteva mai immaginare la veritá.

-Scusami Cyntia, hanno già finito quelli di danza?-
Lei scosse la testa sempre rossa in viso balbettando.
-Non lo so..ehm..no, si...credo, credo di no. Sono ancora tutti in palestra.-

Lui annuí e le sorrise nuovamente. Poverina, pensó entrando in ascensore.

Un rumore di urla, di passi rimbombanti gli giunse alle orecchie.

Piú si avvicinava ai vetri della palestra piú poteva sentire l´odore di sudore, il sudore di quei ragazzi che avevano scelto di vivere lí invece che per strada.


Avevano messo su un centro di recupero per ragazzi in difficoltá, avevano aperto con i vari permessi necessari una casa-famiglia dove i figli della strada com´erano stati loro, avessero potuto avere una chance alternativa a quella che poteva essere la strada piú facile a tutti i problemi.

Chiuse gli occhi e sorrise.

Il loro amore aveva dato la forza per costruire tutto quello.

Solamente e necessariamente quello, coadiuvato dalla loro passione per la danza e per la musica.

Nessuno dei due avrebbe pensato singolamente di poter realizzare una cosa del genere nel proprio futuro.

Si affacció al vetro e lo vide.

Era solo davanti allo specchio e dietro di lui schierati in file dispari c´erano venti ragazzi.

Guardavano lo specchio e contavano i passi. Si muovevano ascoltando solo la musica e il cuore, e Tom li guidava tutti.

Si contorcevano sul pavimento, lo calpestavano, lo picchiavano e lo accarezzavano. Sfogavano su di essi tutte le proprie emozioni che nessuno altrimenti era disposto ad ascoltare.

Tom si sentí osservato e giró lo sguardo verso di lui sorridendo. Fece le ultime mosse e poi si giró verso i propri ragazzi.

-Siete stati magnifici. Sabato prossimo alla gara li ammazziamo! - Spense la musica e applausero tutti insieme dirigendosi in fila verso l'uscita, poco lontana.

Tom buttó a terra l´asciugamano fradicio e chiuse la fila senza peró uscire dalla palestra.
Bill vi entró e lo raggiunse.

Portava i capelli raccolti in delle treccine afro adesso, il suo corpo era modellato e adulto, ma il suo sorriso era rimasto lo stesso.
Gli occhi erano lucidi e innamorati come il primo giorno e quel velo di tristezza non esisteva píú ormai da troppo tempo.
Non si faceva piú.
E aiutava i ragazzini a evitare di farlo.
Faceva si che fossero impegnati tutto il tempo nella propria struttura e li tirava su dalle strade cercandoli nei vicoli e convincendoli ad andare con lui.

Convincerli che esisteva un´altra vita lí fuori, e che ogniuno di loro ha una possibilitá.

Guardó Bill e si rese conto che non poteva baciarlo. C´erano ancora i ragazzi nella palestra. Poi guardó Bill che lo fissava ancora in attesa di parlare, e guardó nuovamente i suoi ragazzi che stavano andando verso l´uscita; qualcuno di loro ci stava andando ancora ballando.

-Hey, ragazzi ,tornate tutti qui per favore!- Urló voltando la testa all'improvviso.

Bill non capí ma vide subito tutti i venti ragazzi fare dietro-front e tornare vicino a loro parlottando.

-Sedetevi un secondo per cortesia...- Chiese Tom.

La Crew obbedí guardando stranita il proprio maestro e il preside, come al solito vestito di tutto punto, che gli stava accanto.

Tom fece un bel respiro e finalmente parló.
-Vi siete mai chiesti perché ho deciso un bel giorno, di punto in bianco..di cambiare vita?-
Nessuno rispose, solo qualcuno scosse la testa.
Si morse un labbro e senza guardare Bill, che lo fissava stralunato, prese un gran respiro.
-Io prima ero dipendente...tossico dipendente. Mi drogavo, proprio come voi.-
-Hey io non mi drogo!- Fecero due o tre...probabilmente gli unici tra i tanti.
-Ma magari bevi, o rubi..sbaglio?- Ribatté immediatamente. Subito si ammutolirono. Uno di loro scherzó.
-Okay Mister ci hai beccato, siamo tutti delinquenti..vai avanti.- Tutti ridacchiarono ma poi Tom tornó serio.

-Sapete il motivo per cui ho deciso di lottare contro me stesso, contro la mia dipendenza..contro la mia stessa vita...per cambiare?-

Si voltó verso Bill che nel frattempo era sbiancato ulteriormente. Faceva concorrenza a Casper. Era ghiacciato, totalmente immobile appoggiato alla cattedra con le braccia conserte e il viso monoespressivo.

-Lui.- Disse indicandolo. -E piú precisamente, il suo amore. Il nostro amore.-
La classe si ammutolí.
Qualche ragazzo aveva gli occhi sbarrati, qualcuno era solo un pó confuso.
Qualcun´altro sorrideva.

-Tom.. ci stai dicendo che te la fai col preside?- Esclamò uno di loro, assolutamente sorridente e "orgoglioso", con lo sguardo pieno di stima e ammirazione.

-Mi chiamo Bill..- Prese parola il moro risvegliandosi dallo stato di paralisi irreversibile. - E spacciavo, spacciavo a tutta Berlino. Poi ho conosciuto Lui e dopo vari problemi..tante lotte..e tanta determinazione..ne siamo usciti entrambi..-

I ragazzi pendevano dalle loro labbra.

Un biondo pieno di tatuaggi che doveva avere si e no sedici anni si alzò guardando pieno di ammirazione i due ragazzi grandi a malapena dieci anni di lui.
-Quindi voi..vi amate...come si amano..le persone..cioè...-
-Io e Bill siamo gay..e stiamo insieme da più di dieci anni...se è questo che vuoi sapere.- Disse tranquillo Tom grattandosi il braccio destro.
Il biondo sorrise estasiato, per niente contrariato o schifato. Solo curioso.
-E lei,preside...spacciava? Spacciava per davvero?.-
Bill scoppiò a ridere.

-Ditemi una cosa...è ancora sulla piazza "Il Grosso"?- Domandò guardando ogniuno di loro.
Alcuni risero, tutti mormorarono.
Uno di loro si fece scappare -Ci ho preso dieci grammi l'altro giorno!- Poi si ammutolì, beccato.
I suoi compagni lo guardarono come se avesse ammazzato qualcuno, Bill lo guardò solo con più attenzione.
-Io, ero il suo pupillo. Salutamelo, se lo vedete..- Il silenzio più totale calò tra di loro.

I ragazzi erano alibiti.

Avevano più o meno confidenza con i loro maestri. Quella era una struttura amichevole dove si potevano fare tante cose come ballare, imparare a suonare uno strumento, cantare, fare sport.
Per i più audaci c'era anche una classe scolastica dove venivano aiutati con i compiti e messi in pari con il proprio corso di studio.

L'ambiente era semplice e accogliente, ma mai era saltato fuori il passato del preside, o dei maestri! E sapere che l'altezzoso Bill, che parlava in maniera sempre molto attenta e sorrideva quasi con ritegno..era uno dei pezzi più importanti di Berlino..li aveva un pò scioccati, oltre che esaltati a morte.

Bill riprese a parlare.

-Se una sera siete in compagnia e vi fate due canne, non succede niente.
Se siete a ballare e vi offrono una riga, potete anche tirarvela su.

L'importante è che non facciate di queste sostanze l'abitudine, la costanza, la vostra vita.

E' da curiosi,è da audaci, è anche giusto provare le cose.

Finirci dentro è da coglioni.

Un ragazzo sussultò.

Tom aprì bocca.
-Jason, quanta roba hai nella borsa oggi?- Domandò.
Il ragazzo di colore con una chioma super-ricchia abbassò lo sguardo, abbattuto.
-Solo tre bombe ma...-
Tom sorrise.
-Allora fai una bella cosa. Chi di voi fuma bombe?-
La metà alzò la mano, vergognandosi un poco ma incitati dallo spirito confessionale che si era creato in quella palestra.

-Ecco, ora dopo che abbiamo finito, andate tutti in cortile e ve le spaccate ..INSIEME. E le finite.-

Qualcuno ridacchiò, non sapendo cos'altro dire.. era tutto troppo assurdo!

-Si ma così allora non serve a un cazzo!- Tentò uno, non comprendendo.

Bill lo guardò.

-Io e Tom abbiamo persino smesso di fumare sigarette. Ma secondo te alle feste, quando usciamo di sera quella volta al mese che ne abbiamo voglia..non ce la facciamo una cannetta?-

Il ragazzo sbarrò gli occhi.

Tom sorrise e si avvicinò al compagno -Vabbè questo potevi anche evitare di dirlo..-
Bill non lo ascoltò.

-I casi sono due: o siete così intelligenti e forti da usare le droghe leggere come un piacere da concedersi ognittanto, di rado..quando ce ne sono le circostanze.. o siete deboli e cretini da diventare dipendenti da esse e finire sotto terra rovinandosi comunque quel poco che vi resta da vivere.
E allora poi non è così semplice uscirne..ve lo posso assicurare..-

Tom annuì, intristito al pensiero di quel periodo.

-E' stato infernale...e se non ci fosse stato lui io..non ce l'avrei fatta, per nessun motivo al mondo.Non ci avrei nemmeno provato!-

Bill annuì e gli strinse un poco la mano, poi visti i visi provati dei ragazzi si rese conto che avevano detto già abbastanza.

-Bene, detto questo. Spero che anche oggi sia stata una bella giornata qui da noi, spero per questo che non scappiate come hanno già fatto in tanti..-

Uno di loro sussurrò -E chi ha il coraggio dopo oggi?-

Tom ridacchiò. Appoggiò una mano sulla schiena del proprio compagno e si diressero tutti verso l'uscita.





Bill lo aspettò fuori dagli spogliatoi pensieroso.
A dire la verità, erano entrambi molto impegnati e non avevano più tanto tempo per loro due.
Tom quella sera aveva prenotato al ristorante e in teoria avrebbero dovuto cenare insieme riprendendosi un pò di tempo e rilassandosi un poco.
Ma Bill aveva ricevuto l'ennesima chiamata dal commisariato.


Tom uscì con la borsa a tracolla e cambiato: aveva un paio di Jeans larghi e una felpa bianca con un'ernome stampa grigia sul davanti; forse non era cambiato poi tanto.
Bill sorrise scuotendo la testa: era comunque osceno.

Il maggiore lo baciò in fronte e tra i saluti dei ragazzi uscì insieme a lui salendo in macchina. Prima di mettere in moto lo baciò sulle labbra.
-Allora, seratina da fidanzati ? Domandò, con gli occhi che brillavano.
Bill scosse la testa.
-Mi hanno chiamato di nuovo.. ci sono cinque sconvolti da andare a prendere..hanno undici anni e la polizia ha detto che non hanno nè casa nè genitori..nè niente a cui fare riferimento. Zero documenti.. non sanno cosa fare.-

Tom sbuffò. Amava ciò che lui e Bill avevano costruito ma ciò li teneva occupati ventiquattr'ore al giorno. Grazie a dio era una struttura pubblica che andava avanti con l'ausilio e gli operatori statali che facevano i turni di notte (per i ragazzi che si fermavano a dormire lì) e le mense.. ma comunque se succedeva qualcosa Bill era il primo che doveva intervenire.
Lui doveva rispondere di tutto, e alla fine anche Tom.
Tom era solo l'insegnante di danza, ma comunque stando con Bill molte delle grane burocratiche e non, se le sorbiva anche lui.

-Okay..dove devo girare?- Chiese sconsolato mettendo in moto.

-Indovina?- Sorrise Bill accarezandogli la mano da sopra il cambio.

Tom si voltò non capendo.Bill gli accarezzò una guancia.

-Alla Stazione.-







The end
 
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barby's
view post Posted on 30/11/2012, 09:41




finalmente la tanto attesa seconda parte... mi piace molto come hai chiuso il cerchio, tutto da dove è iniziato, come se la vita fosse un copione che si ripete all'infinito con altri protagonisti... mi piace il messaggio che mi hai fatto arrivare, anzi i messaggi. L'amore se è vero e sentito può davvero fare miracoli, cambiarti, tirare fuori la parte migliore. Puoi aver vissuto gli inverni piu' freddi, ma restano un ricordo se hai qualcuno con cui scaldarti per il resto dei giorni... infine condivido pienamente quel che tu hai detto, le droghe leggere, cosi come l'alcool provati una volta ogni tanto per fare festa con gli amici, non rappresentano una cosa negatività, è l'uso sistemico che dà dipendenza ed allora che sei fottuto... grazie cara per questa shot molto bella, diversa, intensa, che ha saputo farmi riflettere ed apprezzare quanto la vita può essere bella se hai chi ti ama accanto... alla prossima

Edited by barby's - 30/11/2012, 15:52
 
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marty rock 97
view post Posted on 30/11/2012, 16:07




CITAZIONE (barby's @ 30/11/2012, 09:41) 
finalmente la tanto attesa seconda parte... mi piace molto come hai chiuso il cerchio, tutto da dove è iniziato, come se la vita fosse un copione che si ripete all'infinito con altri protagonisti... mi piace il messaggio che mi hai fatto arrivare, anzi i messaggi. L'amore se è vero e sentito può davvero fare miracoli, cambiarti, tirare fuori la parte migliore. Puoi aver vissuto gli inverni piu' freddi, ma restano un ricordo se hai qualcuno con cui scaldarti per il resto dei giorni... infine condivido pienamente quel che tu hai detto, le droghe leggere, cosi come l'alcool provati una volta ogni tanto per fare festa con gli amici, non rappresentano una cosa negatività, è l'uso sistemico che dà dipendenza ed allora che sei fottuto... grazie cara per questa shot molto bella, diversa, intensa, che ha saputo farmi riflettere ed apprezzare quanto la vita può essere bella se hai chi ti ama accanto... alla prossima

 
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ChiaraVeero
view post Posted on 30/11/2012, 22:07




E finalmente letta anche la seconda parte!
Non potevi scrivere finale migliore... è stato meraviglioso vedere come sono riusciti a uscirne fuori e come con il passare degli anni , nel loro piccolo, riescano a migliorare la vita di molti ragazzi e non farli cadere in quel circolo vizioso!
Le parole dette da bill mi hanno colpito e mentre parlavano del solo passato avevo i lacrimoni :cry:
In oltre il messaggio che volevi mandare è arrivato alla perfezione ( anche perchè è detto molto esplicitamente... ;) ) che condivido pienamente! In ogni cosa che si fai si deve sempre trovare l'equilibrio perchè se si eccede si potrebbe precipitare senza riuscire più a rialzialti ( Trovare un Bill che ti raccoglie per strada mi sa che è un po' difficile xD )
Questa shot rientra assolutamente in una delle mie preferite ! :D Brava Brava!

E finalmente letta anche la seconda parte!
Non potevi scrivere finale migliore... è stato meraviglioso vedere come sono riusciti a uscirne fuori e come con il passare degli anni , nel loro piccolo, riescano a migliorare la vita di molti ragazzi e non farli cadere in quel circolo vizioso!
Le parole dette da bill mi hanno e mentre parlavano del solo passato avevo i lacrimoni :cry:
In oltre il messaggio che volevi mandare è arrivato alla perfezione ( anche perchè è detto molto esplicitamente... ;) ) che condivido pienamente! In ogni cosa che si fai si deve sempre trovare l'equilibrio perchè se si eccede si potrebbe precipitare senza riuscire più a rialzialti ( Trovare un Bill che ti raccoglie per strada mi sa che è un po' difficile xD )
Questa shot rientra assolutamente in una delle mie preferite ! :D Brava Brava!
 
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Schuldig Innocence
view post Posted on 1/12/2012, 20:39




Giuro che è stato un vero sollievo scoprire l'happy ending ( che adoro). Un vero sollievo, era stato una stto di coraggio scegliere di leggere la seconda parte, di solito quando sento puzza di tragedia mi preoccupa sopratutto il finale più che lo svolgimento, me la filo a gambe levate. Invece in questa storia pur così cruda , la determinazione , l'amore e la forza che questo ti da hanno vinto e alla grande. Perchè è bellissima la scelta di entrambi di continuare a starci dentro in queste faccende, per aiutare impegnandosi davvero. Una scelta coraggiosa. Mi piacciono questi due tipi. Mi piace come li hai creati. E mi piaciuto che tutto si sia concluso alla stazione. Proprio una storia come piace a me, tutto il brutto prima e il sollievo dopo. Le amo, le storie così.
 
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4 replies since 30/11/2012, 02:17   444 views
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