Brother or Lover?, Spin- off n.3 di Unreal

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lallychan
view post Posted on 23/2/2012, 22:15




Autore: Lally-chan
Titolo: Brother or Lover?
Raiting: Nc17
Avvisi: OS - Introspettivo - Fluff
Note: Sequel N.3 di "Unreal" (Nel mondo parallelo dopo la fine di "Unreal" - in parallelo col primo spin-off)
Riassunto: E dopo essere stato avvolto da quella calda luce bianca mi ero ritrovato nuovamente steso sul ciglio della strada come già mi era accaduto. Cercando di riprendermi dalla caduta mi guardo attorno e comprendo implicitamente di essere tornato alla realtà: il mio sogno è finito.

Disclaimer: I Gemelli Kaulitz non mi appartengono in nessun modo.
Tutto ciò che è scritto di seguito è puramente inventato senza nessun riferimento alla realtà dei fatti,e niente di ciò che è descritto è a scopo di lucro.

***

Quando riapro gli occhi, stordito da quelle così famigliari sensazioni, mi ritrovo steso per terra nella stessa strada in cui qualche istante prima ero con Bill, nella stessa posizione della prima volta in cui svenni.
Mi guardo intorno frastornato e sento che, oltre l' assenza dell' unica persona che amo, qualcosa è nettamente cambiato.
Lo so.
Sono tornato a casa; il mio sogno è finito.
Sento il sole colpirmi la nuca, un vento sottile insinuarsi nei miei vestiti e un silenzio irreale circondarmi facendomi sentire solo.
Seduto sul ciglio della strada, guardando perso le strade attorno a me, per un istante mi chiedo realmente cosa dovrei fare.
Mi sento perso, senza forze, come se quel ritorno alla realtà mi avesse rubato ogni possibile energia presente nel mio corpo.
Cercando di rialzarmi per non rischiare di farmi investire da qualche macchina di passaggio, mi avvio verso casa non sapendo neppure se in quel momento fosse mattina o sera, il giorno che avevo cominciato a vivere o forse un altro.
Noto, camminando triste verso casa, che il palo dello stop alla fine della via è stato come incrinato da quello che doveva esser stato un incidente.
Un incidente qui?
Lo trovo praticamente impossibile.
Tutto in quel momento mi pare come distirto, strano, nuovo.
E se il mio sogno, il sonno collegato ad esso perché non avrei potuto dargli altro nome, avesse portato avanti il tempo facendomi finire in una specie di futuro?
Sono confuso.
Tocco il palo quasi divelto dal terreno ed mi sento come gelare dentro.
Ho un' orribile sensazione addosso, come un peso sul cuore, che mi accompagna per tutto il percorso verso casa.
Mi sento oppresso e non ne capisco il motivo.
Arrivato nella mia via, vuota, silenziosa come tutto attorno a me, ed osservo alla mia sinistra la casa dei miei vicini che come posso subito notare immediatamente quel rudere fatiscente che ricordavo bene nonostante l' avessi visto per chissà quanti giorni nella sua reale bellezza.
Non ero più nel mio sogno, non ero più in quel mondo dove ero riuscito ad amare mio fratello.
Sono nella realtà, la mia realtà, e devo farci nuovamente l' abitudine perché nessuno mi restituirà quegli attimi perfetti vissuti solo poche ore prima.
Trascinandomi fino alla staccionata di casa, arrivo alla veranda e li mi fermo davanti alla porta quasi preoccupato sul da farsi.
Non sapendo se avessi bisogno di suonare o se dovessi aprire da me non avendo ancora capito se fosse mattino o pomeriggio, rimango imbambolato ad osservare il legno bianco della porta come fossi quasi ipnotizzato da essa.
Cosa devo fare?
< Tom. > sento chiamarmi.
Alzo il viso verso la porta e incontro quello di mia madre, sull' ingresso di casa, guardarmi dubbiosa e quasi preoccupata.
Quando è arrivata?
Quando ha aperto la porta?
< Mamma... > riesco solo a dire.
< Cosa fai qui sulla porta? > mi chiede osservandomi attentamente.
< Stavo per entrare... > rispondo sentendomi un idiota in questo momento.
< C'è qualcosa che non va piccolo mio? > torna ad usare un tono preoccupato lei.
I suoi occhi tristi mi guardano e io mi sento nuovamente tremare dentro.
< Nulla di particolare. > non voglio esser sincero perché certo lei non potrebbe aiutarmi.
< E' da mesi che ti vedo così depresso... > commenta accarezzandomi il viso. < ...centra forse Bill? >
Tremo e la guardo domandandomi cosa voglia da me.
Bill?
Come ha capito cosa mi rendesse tanto triste?
< Non preoccuparti mamma. > non desidero che si impensierisca anche lei per qualcosa che sta già logorando me. < Vedrai che andrà tutto meglio. > sorrido falso cercando di trasmetterle tranquillità; la stessa che mi ha abbandonato ormai da tempo.
Mi madre mi osserva un istante e sospira, non so se per rasegnazione o per l' aver creduto alle mie parole.
Dopo quasi dieci minuti, si sposta finalmente dalla porta e mi lascia passare per entrare in casa.
La guardo solo un istante, domandandomi perché oggi sia così apprensiva ed attenta al mio stato psico-fisico, e la supero velocemente dirigendomi subito verso le scale.
Salgo ogni singolo gradino, lentamente, sentendo un' angoscia irrazionale riempirmi tanto da mozzarmi il fiato e mi sono quasi dovuto trascinare in corridoio per arrivare alle camere da letto.
Voltandomi sulla sinistra, intravvedendo la porta della stanza di mio fratello subito dopo quella del bagno, mi ci fermo davanti e la osservo tremante non sapendo se bussare o meno.
Dando due piccoli colpetti alla liscia superficie di legno, apro la porta non sentendo risposta e guardo all' interno della camera.
Il silenzio è sovrano nella sua stanza ed un buio, dovuto alle tende completamente tirate, quasi completo. Mi straniva avvertire quell' atmosfera; pareva quasi che nessuno visitasse quella stanza da tempo, come fosse stata abbandonata.
Non capisco.
Perché continuo ad avere queste orribili sensazioni?
Cercando di darmi una calmata, perché forse ciò che provo è solo frutto della mia immaginazione, richiudo la porta della camera di Bill e mi rigiro su me stesso per andare verso la mia.
Ma dove è mio fratello?
Perché non lo trovo?
Avanzo verso la mia stanza e mi domando cosa stia accadendo.
C'è qualcosa che non va; lo sento.
Arrivo alla porta della mia camera e l' apro senza dubbi entrando velocemente e richiudendola subito dopo.
Sospiro nuovamente - sembra non riesca a fare altro in questo momento - e mi tolgo la felpa che indosso gettandola sul letto.
Mi dirigo verso la scrivania, senza un motivo preciso e quasi non mi prendo un infarto non appena una voce mi raggiunge facendomi trasalire.
< Tom, sei tornato. > avverto la voce di Bill trapassarmi come una lama arroventata.
Mi volto repentinamente verso di lui, saltando quasi sul posto, e salto quasi sul posto sentendomi avvolgere da una tensione tale da schiacciarmi quasi a terra.
< Ti sei spaventato? > mi domanda piegando il capo e guardandomi quasi curioso. < So che non dovrei entrare in camera tua, ma... >
Si blocca non sapendo cosa rispondere ed io allora scorgo sulla sua testa una fasciatura seminascosta dai capelli che non ricordavo di avere mai visto.
< Cosa hai fatto alla fonte?! > mi getto accanto a lui toccandogli subito il bordo della benda e lo vedo come arrossire al mio tocco.
< Io... > balbetta. < ...sono caduto... >
Lo guardo preoccupato e cerco di capire se stia bene o meno.
Sono angosciato.
E se si fotte fatto più male di quanto mi stava dicendo?
< Chi è che ti ha bendato? Mamma ti ha visto? Sei caduto a scuola? O eri in giro? E' solo un ematoma o una ferita? Ti è uscito sangue?... >
< Tom... > mi blocca mio fratello guardandomi quasi stupito. < E' stata solo una stupidissima caduta durante educazione fisica. > afferma piatto. < E' successo poco dopo che te ne sei andato; cinque minuti prima della fine della lezione... >
< Certo... > dico non sentendomi per questo meno preoccupato. < ...nulla di grave. > affermo più a me stesso che a lui.
Bill non torna a parlare ed invece arrossisce guardando la mia mano ancora sullla sua fronte.
La levo immediatamente e abbasso lo sguardo sul materasso.
< Ti preoccupi per me Tom? > mi sento chiedere improvvisamente.
Avevo rialzato il viso e l' avevo guardato dritto negl' occhi.
< Certo che mi preoccupo! > esclamo. < Perché non dovrei? Sono tuo fratello. >
Lo vedo dillatare gli occhi ed arrossire di nuovo.
< Non l' avevi mai fatto. > dice piatto. < Non ti preoccupi mai della mia vita, quasi non esistessi. >
Raggerlo.
Non può averlo detto davvero.
< Come fai a dire cose del genere? > chiedo stupito delle sue parole.
< Sono anni che ti sei disinteressato di me. > afferma serio. < Se non avessi Andreas che mi sta accanto sarei abbandonato a me stesso. >
Lo so.
Lui ha perfettamente ragione.
Parla di quello che ero, del Tom del passato; quello che si nascondeva anche dai suoi stessi sentimenti e che lo aveva gettato tra le braccia del suo amico.
Bill aveva potuto vedere solo quella parte di me; non conosceva il mio nuovo me.
< Mi spiace di essermi allontanato. > affermo sincero, poggiando le mie mani sulle sue spalle. < Avrei voluto essere un fratello migliore, ma la mia cocciutaggine ha rovinato l' esistenza ad entrambi. >
Lui trema e mi osserva stranito.
< Tom... > sibila il mio nome.
Sembra un pulcino impaurito; credo sia più stupito di me di quello che gli ho detto.
< So che sono il peggior fratello che una persona possa avere, ma spero davvero sinceramente che tu possa perdonare la mia insensibilità. > asserisco sincero come mai lo sono stato con lui.
Lo vedo sbattere un poco gli occhi e guardarmi dubbioso.
< Non so cosa dire... >
Sorrido e lo traggo a me abbracciandolo.
So che non dovrei essere tanto espansivo; ma in quest' istante ne ho davvero un gran bisogno.

***

Avrei dovuto farlo.
In quel momento avrei potuto rivelargli i miei sentimenti, ma ho avuto paura.
Nonostante lo avessi davanti a me.
Nonostante fosse visibilmente confuso e quindi facilmente malneabile.
Nonostante questo ho desistito ed ho preferito non sconvolgerlo con le mie rivelazioni.
Per paura di perdere quel momento perfetto dopo anni di lontananza, ho voluto godere di quell' istante di fraternità che non sentivo da anni.
Ed ora sono nell' incoscenza di cosa fare.
Nella mia stanza, dopo che Bill se ne è andato via, ho passato ore ed ore a chiedermi perché sia stato così debole da non confessarmi.
Mentre il sole scendeva progressivamente fino all' orizzonte e la notte si era sostituita al giorno, non avevo fatto altro che rimanere steso sul mio letto a guardare il soffitto bianco sopra di me.
Devo essermi anche addormentato ad un certo punto perché quando ho riaperto gli occhi la sveglia del mio comodino segnava le otto di sera.
< ...sono stanco... > sospiro domandandomi come farò ad uscire da questa situazione. < ...avrei preferito rimanere nel mio sogno perfetto con lui... > dico sincero.
Mi tiro su a sedere e mi chino poggiando i gomiti sulle ginocchia e le mani tra i capelli.
In questo momento mi sento vuoto, buio come la camera in cui sono in questo momento.
Non ce la posso fare.
Pensavo di essere in grado di farmi avanti con Bill, ma credo di non essere ancora pronto a farlo.
Prima avevo tante certezze e forze nel cuore, ma non appena i miei occhi l' hanno rivisto tutto è sparito come se non fosse mai esistito.
< ...cosa devo fare?... > bisbiglio tra me e me, perfettamente sconfortato.
Improvvisamente sento bussare alla mia porta e sobbalzo sul bordo del letto guardando verso di essa.
< Tom, scusa se ti disturbo... > sento la famigliare voce di mio fratello raggiungermi le orecchie.
Tremo e lo vedo spuntare da dietro la porta.
< Mamma chiede se vuoi mangiare? > mi domanda piatto rimanendo sull' uscio.
Torno a respirare e nego con la testa.
< Non ho fame grazie. > dico sintetico vedendolo sparire e richiudere la porta.
Sospiro sentendomi palesemente meglio nel non averlo accanto e mi alzo dal letto sentendo il bisogno di andare in bagno.
Sciacquandomi il viso con l' acqua fredda, sentendo il bisogno di rinfrescarmi, decido di tornare in stanza, non volendo incontrare nessuno.
Rientro in camera mia volendo solo andarmene a dormire e, per la terza volta in poche ore, vengo spaventato a morte dalla persistente presenaza di mio fratello nella mia stanza.
< Bill... > lo chiamo vedendolo girarsi verso di me.
La fioca luce della luna illumina la sua figura seduta sul letto e lo rende ancora più bello di quanto già non sia.
Sono estasiato.
< Ti ho portato un panino. > dice lui indicandomi un piatto poggiato sulla scrivania. < Mamma non voleva che andassi a dormire senza mangiare e volevo solo che lo sapessi. > si alza dal letto. < Buona notte. >
Mi si avvicina e mi supera dirigendosi alla porta.
Lo osservo sentendo l' angoscia riempire ogni mia cellula, e avverto dentro di me l' istinto dirmi che non posso perdere anche quest' occasione.
Lo prendo per un braccio trattanendolo e lo vedo girarsi verso di me.
< Aspetta. > dico d' impulso.
Mio fratello mi guarda stranito.
< Hai bisogno qualcosa da me? > non si sbilancia.
< Io... > non so cosa dirgli nonostante sappia perfettamente l' unico discorso che vorrei riferirgli. < ...no niente... > lascio il suo polso.
Bill abbassa il braccio e mi osserva nella penombra della stanza.
< Da quando sei tornato oggi pomeriggio ti comporti in modo strano... > afferma non smettendo un istante di guardarmi. < ...ti è successo qualcosa forse? >
Sospiro e torno a sedermi sul mio letto.
< Siete proprio strani. > mi si siede accanto parlando in tono tranquillo come io invece non riesco proprio a fare. < Tu freddo e distaccato e Andreas espansivo ed opprimente. > commenta piegandosi un poco indietro e poggiando le mani sul materasso.
Comprendevo perfettamente le sue parole: il comportamento di Andreas, dettato dalla promessa che ci siamo fatti anni fa, la stessa che ho deciso di stipulare con lui e di cui mi pento amaramente, ed il mio, creato con tanta fatica e dolore per stargli lontano. Sapevo perfettamente di cosa stesse parlando e questo mi faceva male perché lui conosceva solo la superficie di un problema più grande di quanto potesse immaginare.
< Oggi mi pareva che volessi come... > riprende a parlare mio fratello. < ...parlare con me. >
< Può darsi. > rispondo solo per metà.
< C' è qualcosa di cui hai paura? > domanda mentre avverto una famigliare angoscia assalirmi. < Ogni volta che ti guardo pare che io ti appaia come un mostro perché mi guardi come se lo fossi. > afferma voltandosi verso di me nello stesso istante in cui io mi giro verso di lui.
Guardo il suo viso dubbioso e subito mi sento sotto pressione.
Distolgo immediatamente lo sguardo e fingo di osservare il panino che mi ha portato.
< Ecco, l' hai fatto di nuovo. > afferma, nonostante non credo che in questo buio possa vedere un granché.
Sono un idiota.
< Tom, che c'è...? > afferma in tono preoccupato.
Sento la sua mano sfiorare la mia e la ritraggo come se mi avesse appena sfiorato una lingua di fuoco rovente.
< Niente. > affermo alzandomi di scatto ed avvicinandomi alla scrivania.
Prendo in mano il panino che mio fratello mi ha portato e lo mordo non per fame ma per fare qualcosa.
< Mi odi Tom? > mi domanda facendomi sobbalzare e perdere quasi la presa sul piatto che ho in mano. < Mi detesti a tal punto che la mia presenza ti rivolta? >
La sua voce trema; sta trattenendo il pianto posso sentirlo.
Mi rigiro verso di lui e scorgo i suoi occhi lucidi guardare tristemente i miei.
< Cosa ti ho fatto? > chiede tremando. < Quale torto devo avere compiuto nei tuoi confronti per meritarmi il tuo disprezzo? >
E' come se fossi stato appena pugnalato.
So che ha perfettamente ragione, che mi sono comportato come un insensibile, come un emerito stronzo, il peggior fratello che si possa mai avere, ma l' ho fatto solo per non rovinare la nostra vita.
Volevo non farmi odiare da lui per i miei sentimenti, ma ci sto riusciendo lo stesso.
< Io non ti odio né tantomeno ti disprezzo. > affermo riavvicinandomi a lui con fatica.
Mio fratello mi guarda intensamente e piange in silenzio.
Vedere quelle lacrime solcargli il volto mi uccide dentro perché so di esserne il colpevole.
< Non piangere per favore. > chiedo con voce flebile sedendomi nuovamente accanto a lui sfiorandogli la guancia bagnata.
< Come posso non farlo se tu ti comporti così con me? > domanda più che giustamente. < Come credi che mi possa sentire dopo anni in cui ho creduto quasi di non avere più un fratello? > continua a chiedermi tra i singhiozzi. < Non ce la faccio più a sopportare tutto questo... >
< E' tutta colpa mia. > ammetto vedendolo fermarsi e guardarmi. < Ti ho fatto soffrire pensando di star facendo la cosa giusta ed ora me ne pento. > tolgo la mano dal suo viso. < In questi anni mi sono allontanato da te credendo così di risolvere tutto, ma ora dubito delle mie stesse decisioni. >
< Non... > tira su col naso lui. < ...non capisco... > balbetta confuso.
Sospiro e tento di prendere una decisione.
Non posso più giocare coi miei e soprattutto suoi sentimenti.
< C' è un motivo se mi sono allontanato da te, se ho cercato di non avere un vero rapporto con te. > dico tutto d' un fiato. < Ma il problema era mio e non tuo. > voglio specificare. < E' solo colpa mia se tutto questo è accaduto, mia e del mio cervello troppo debole per creare un' idea meno estrema. >
Bill pare sempre più confuso, ma per lo meno non piange più essendo occupato ad ascoltarmi.
< Mi spiace di averti fatto soffrire inutilmente per tutto questo tempo. > sento il bisogno di scusarmi ancora una volta con lui. < Di averti creato problemi... >
< Non voglio delle scuse. > mi blocca prepotentemente mio fratello zittendomi in tutti i sensi. < Per quanto questo sia meglio di nulla non me ne faccio niente di un tuo "scusami" se già tra pochi minuti riprenderai a fare quello che hai fatto per tutti questi anni. > dice serio.
Mi guarda con sguardo profondo e mi fa sentire uno schifo.
Ha perfettamente ragione; ma ciò nonostante sento che nelle sue parole alberga una rabbia che non mi merito.
< Non puoi chiedermi di mostrarti il mio pentimento in pochi istanti. > affermo serio. < So di aver sbagliato con te; sono stato il primo a confessarlo... >
Bill rimane silenzioso e mi osserva solo.
Sembra titubante, forse ha capito quello che volevo fargli capire.
< Dimmi... > mi viene come un' idea. < ...dimmi qualsiasi cosa io possa fare per te. > propongo serio.
< Qualsiasi cosa? > sembra sorpreso della mia completa disponibilità.
< Qualsiasi. > gli ripeto serio.
Non potrei proporre altro in questo momento e tantomeno potrei dire altro visto che lui non me ne lascia il modo.
< Io... > sembra titubante. < ...non so... >
E' singolare.
Prima avanza pretese e poi tentenna.
Non riesco a capirlo.
< Non farti problemi. > lo sprono a scegliere. < Dimmi la prima cosa che ti viene in mente. >
< Abbraciami. > afferma allora in un fiato.
Abbracciarlo?
E' questo quello che vuole da me?
Annuisco e mi avvicino maggiormente a lui tirandolo a me ed abracciandolo fortemente tra le mie braccia volendo che lui mi sente.
Avverto la sua testa appoggiarsi contro il mio petto e le sue braccia cingere la mia schiena.
E' un semplice abbraccio, ma è la cosa più profonda che io e lui avviamo deciso di scambiarci reciprocamente.
Lo sento muoversi un istante e vedo i suoi occhi tristi osservare i miei come supplichevoli.
Odio vederlo in questo stato, leggere tutto quel dolore a causa mia.
< Come posso toglierti quello sguardo di dosso? > chiedo serio e sincero.
Mio fratello mi guarda silenzioso e trema diventando se possibile più triste.
Perché fa così?
Cosa lo rende tanto depresso?
< Bill ti prego... > mi ritrovo a supplicare.
Lui trema nuovamente alle mie parole e mi guarda solamente con una tale intensità da fulminarmi quasi.
< Tu non mi odieresti mai, vero Tom? > chiede con voce tremante.
Perché mi fa una domanda del genere?
< Credi che ne sarei mai in grado? > dico retorico perché sono stupito che me l' abbia chiesto.
< Sono certo che potresti. > afferma con occhi lucidi.
< No. > controbatto subito. < Anche se mi accoltellassi alle spalle non potrei mai odiarti perché... > mi blocco non potendo riverlargli la verità. < ...perché sei mio fratello. > tendo di finire la frase. < Non potrei detestarti per nulla... >
Sembra scosso dalle mie parole; ma positivamente sembra.
< Nulla? >
Perché sembra continuamente volermi fare il pappagallo?
< No. > mi ripeto.
Mi sento stanco di queste mezze risposte, di queste frasi enigmatiche che entrambi ci stiamo scambiando. Entrambi giriamo attorno al nostro personale problema nei riguardi dell' altro senza arrivarci mai neanche lontanamente vicino.
Bill sospira, forse del mio stesso avviso, e alza la mano destra poggiandola sulla mia guancia.
< Perdonami. > dice triste, versando qualche lacrima. < Perdonami per quello che farò perché sono troppo debole per resistere ancora nel non farlo... >
Non comprendo quelle sue scuse, insensate in un momento del genere, ma in pochi secondi riesco ad avere una vera idea delle sue parole nel modo più sconvolgente che potessi immaginare.
Con le sue labbra poggiate sulle mie, bagnate da quelle lacrime silenziose che gli solcano il viso, credo di essere morto sul colpo perché mai mi sarei aspettato che potesse voler fare qualcosa del genere con me.
Chiudendo gli occhi per amplificare quel bacio da sempre sognato, un misto di amore e tristezza mai avvertito da lui, mi sento tanto felice e sconvolto da non poter volere altro.
Non so quanto sia durato il bacio, quanto le sue labbra sia stata a contatto con le mie in un gesto che avevo potuto solo sognare fino ad allora, ma non appena esse mi abbandonarono mi sento come perso.
< Bill... > esalo estasiato.
Lui mi guarda come terrorizzato e si allontana immediatamente da me, alzandosi dal letto.
< Mi spiace. > singhiozza tremando. < Sarai sconvolto, schifato da quello che ho fatto; ma volevo che tu sapessi e questo era l' unico modo che avevo per... > non riesce a finire la frase tanto il pianto è forte.
Non posso credere a quello che ha fatto ed ancora di più non riesco a credere a quello che mi ha appena detto.
E' forse innamorato di me?!
Lui?!
Sono forse finito in un altro sogno?!
< Dimentica. > lo sento riprendere a parlare, perché io non riesco certo a dirgli qualcosa in questo momento. < Se puoi dimenticati di questo mio errore e fingi che non sia mai successo... > balbetta.
Mi alzo in piedi scosso da quelle parole e lui indietreggia come terrorizzato dal mio gesto.
Lo prendo per un polso, tirandolo verso di me, e lo sento divincolarsi freneticamente atterrito da una mossa che probabilmente non si aspettava.
< Lasciami! > mi grida con tono supplichevole. < Ti prego, non... >
Non ce la faccio.
Sentirlo parlare, con quella perenne disperazione nella voce, mi sta distruggendo.
Vederlo piangere, terrorizzato da me come se fossi un mostro, atterrito per quello che potrei dirgli, è come un tizzone ardente piantato dritto nella schiena.
Lo traggo a me, lottando un poco con lui per la sua continua resistenza, e perdo l' equilibrio cadendo assieme a lui sul letto ritrovandomelo addosso.
Mio fratello sbarra gli occhi non capendo cosa io possa avere in mente e credo si senta ancora più sconvolto quando alzo una mano verso il suo viso per serrargli la nuca e trarlo a me.
Rincontrare la sua bocca, con quelle labbra carnose e seducenti a contatto con le mie, è qualcosa di sconvolgentemente stupendo. Averle solo per me, sapendo che anche loro hanno cercato le mie, mi da una gioia che non ha possibile termini di paragone.
Sono al settimo cielo e spero di non tornare mai più sulla terra.
Aggiungo anche l' altra mano alla sua nuca e lo avvicino maggiormente a me sentendo il bisogno crescente di intensificare il mio contatto con lui perché ho sognato per troppo tempo di condividere un momento del genere e non me lo farò scappare.
Tento di insinuare la mia lingua nella sua bocca leccando le sue labbra e lo sento tremare sopra di me come colto da uno spasmo di eccitazione. Avverto il suo respiro contro la mia bocca: caldo sensuale, afrodisiaco, come fuoco sulla mia pelle; e la sua lingua incontrare la mia nella mia bocca.
Sono in estasi.
Credo di poter morire anche adesso tra le sue braccia; non avrei rimpianti.
Avvertire lui su di me, con me ed in me è qualcosa di sconvolgente e mai provato: neppure nel mio sogno.
Torno a respirare, nonostante la mia unica voglia sia quella di averlo ancora contro di me, e lo guardo sperando abbia capito che non possa odiarlo in qualsiasi modo.
Bill mi guarda e non emette fiato.
Nonostante sia certo che voglia dirmi qualcosa, che voglia sapere come me se ciò che sta avvenendo sia reale, ma come me deve aver paura anche solo a chiedere se sia vero.
Accenno un sorriso, non sentendomi neppure io di parlare in quest' istante, e gli accarezzo nuovamente il viso alzandomi quanto basta per poterlo baciare nuovamente.
Lo sento tremare e chiudere gli occhi; non vuole respingermi ma ciò nonstante sento la paura fuoriuscire da ogni cellula del suo corpo. Riesco ad avvertirla perfettamente perché anche io, come lui, sono terrorizzato in questo momento anche se è ciò che ho sempre sognato.
Gli accarezzo la spalla e scendo verso le braccia mentre la sua lingua tiene compagnia alla mia nella mia bocca. Arrivo alla sua vita ed entro in contatto con la sua pelle sentendomi subito eccitare della cosa. Ho passato così tanti anni a tenermi lontano da lui, a lottare per non avvicinarmi, che il poterlo toccare ora è qualcosa di davvero straordinario.
Mi insinuo sotto la sua maglia ed avverto il calore del suo corpo contro la mia mano.
Improvvisamente sento l' irrefrenabile voglia di non avere solo quella piccola superficie di me su di lui e forse per questo spingo anche la seconda mano sotto la sua maglia desiderando solo che non l' indossi più.
Mi separo un istante dalle sue labbra, nonostante preferirei morire soffocato piuttosto che doverle lasciare, e gli tiro su la maglia cercando di toglierglela.
I suoi occhi si incrociano coi miei solo per un istante prima che gli levi quell' odiosa T-shirt, ed in loro leggo sorpresa ed eccitazione. Credo che sia ancora dubbiso, ancora titubante; ma come me vuole essere amato ed io gli darò quell' amore che cerca.
Getto con un poco di difficoltà la maglia, trovandomi ancora sotto di lui, e decido che sia ora di invertire le posizioni per avere più agevolezza nei movimenti.
Lo spingo un poco lontano da me e mi rigiro velocemente per sistemarmi su di lui, vedendo come il suo sguardo trasognante improvvisamente si sia tramutato in uno preoccupato.
Gli accarezzo il viso, volendo trasmettergli traquillità, e riprendo a baciarlo volendo studiare non solo la sua bocca ma anche il resto del suo corpo che ho desiderato da così tanti anni che mi pare quasi di star solo sognando.
Poggio i gomiti accanto alle sue braccia, stese ai lati della testa, e prendo a bacciargli il collo avvertendo i suoi tremori farsi sempre più espliciti ad ogni mio tocco. Gli sfioro le spalle prima di baciare anche quelle e scendo a studiare il petto liscio e leggermente sudato.
Un ansimo nasce dalla sua bocca e raggiunge le mie orecchie mentre la mia bocca circonda un suo capezzolo; penso di poter morire solo nel avvertire la sua voce ma non voglio togliermi la gioia di amarlo e devo quindi trattenermi dal farlo.
Le mie mani raggiungono i suoi pantaloni mentre la mia bocca fa lo stesso soffermandosi sul suo ombellico. Li sfioro, studiandoli al tatto, e li spingo verso il basso strattonando l' elastico che li tiene fermi.
Prendo assieme a loro i boxer e li abbasso sentendo un suo intrinseco aiuto, voluto o meno questo non lo so dire.
Lo vuole.
Anche lui desidera amarmi, nonostante abbia un ragionevole timore dovuto alla paura di quello che potrà essere di noi dopo.
E come dargli torto.
Io ho una consapevolezza che a lui non è stata data, una possibilità di vedere cosa sarebbe stato di noi se ci fossimo amati.
Il mio bellissimo sogno; quello che ora è finalmente realtà.
Mentre getto a terra anche quegl' ormai superflui indumenti, trovandomi ad ammirare un corpo visto già del mio sogno, tanto uguale quanto diverso per certi versi, credo per un istante di esserci rifinito in quel bellissimo limbo in cui sono finito solo ventiquattr' ore fa.
La visione di quel corpo tanto desiderato sotto di me, pronto a donarsi completamente perché lo vuole, è più di quanto possa mai aver desiderato.
Nonostante abbia già vissuto un' esperienza simile in quel sogno che è stato come realtà per me, sento che il momento che sto vivendo con lui è qualcosa di molto più intenso ed intimo di quel labile ricordo del passato.
Mi alzò un poco perso nel guardare quel suo corpo perfetto e lo sfioro con le mani studiando quasi le sue forme aggraziate e sottili.
Anche lui pare osservarmi, non so se titubante od ansioso, e questo mi fa capire che non debba aspettare altro tempo nonostante potrei passare tutta la vita a guardarlo solo.
Mi levo la maglia in un istante buttandola in terra e faccio velocemente lo stesso con il resto dei vestiti che indosso perché non voglio che si senta in soggezione essendo solo lui nudo.
Lo guardo abbozzando un sorriso, scorgo nel suo volto la preoccupazione e la consapevolezza di quello che stiamo facendo e so che solo io posso dargli la quiete che lui tanto disperatamente cerca.
Mi chino verso di lui baciandolo gentilmente sulle labbra e faccio sfiorare il mio corpo col suo.
Un brivido mi percorre dalla testa ai piedi e mi fa mancare il fiato; percepire la sua pelle calda contro la mia è qualcosa di inebriante e fuori dal comune: potrei morire cullato solo da questo contatto.
Mentre il mio corpo scivola sul suo, scontrandosi e facendoci tremare entrambi, riprendo a baciarlo lentamente sulle guancie e sul collo sfiorando le sue mani ancora distese sopra la testa. Le prendo tra le mie stringendole fortemente per far sentire la mia presenza e lo sento ripondere la mia presa con altrettanto vigore.
Vengo percorso da un nuovo brivido nel poter avvertire le sue intrinseche risposte a me e mi sento sempre più eccitato da queste consapevolezze perché ogni istante che passa è come se ogni mio desiderio venisse esaudito lasciando posto solo ad un' immensa felicità; la stessa che riesco ad intravvedere negl' occhi semiaperti di mio fratello, che avverto dal suo fiato corto e dal movimento del suo corpo.
Il suo bacino si alza improvvisamente contro il mio e fa sfiorare le nostre erezioni facendomi bloccare il fiato in gola.
Se fino ad ora ho creduto che il solo sfiorarlo fosse per me il massimo, ora so che l' averlo a questo modo è qualcosa di ancora migliore, di sublime.
Grugnisco a bassa voce e tento di mantenere il controllo di me stesso per non cadere nella tentazione di concludere tutto troppo velocemente spinto solo da questa cieca eccitazione che mi sta facendo impazzire.
Tento di rimanere saldo al materasso, di non cadergli addosso nonostante senta le energie mancarmi, ma le continue e poco inconsapevoli strusciate di mio fratello contro il mio corpo mi rendono assai difficile mantenere l' equilibrio.
Sospiro sonoramente contro il suo orecchio, dovendo poggiare per forza di cose le braccia al materasso, e tento di inarcarmi più che posso per non richiare che mi faccia venire prima del tempo.
Prendo fiato, respirando profondamente, e mi rialzo di quel che basta per poterlo guardare negl' occhi.
Il suo volto è arrossato, imperlato di sudore.
Gli occhi sono languidi e trasognanti; vogliosi.
La bocca semiaperta cerca disperatamente l' aria e tenta di parlarmi; ma solo gemiti frustrati fuoriescono da quelle labbra di un rosso scarlatto.
Lui ha bisogno di me; avverto ogni sua cellula chiedere il mio aiuto.
E come potrei io non darglielo?
Come potrei non renderlo felice se questo è quello che voglio anche io?
Gli sorrido accarezzandogli il viso con una mano e lo bacio ancora una volta sfiorandogli i fianchi con le mani.
Mio fratello trema, ma invece che scansarsi mi mette le mani al collo e mi avvicina a lui facendo ricongiungere i nostri corpi.
Sospiro sonoramente nella sua bocca e sposto un poco le mani sulle sue gambe sistemandomi meglio tra di loro.
Lo guardo dritto negl' occhi ancora una volta, volendo trasmettergli sicurezza e determinazione.
Bill mi sorride in risposta e si stringe maggiormente a me facendomi trasalire e trettenere un nuovo gemito.
Non resisto più; mi sta facendo completamente impazzire.
Faccio scivolare una mano sulle sue natiche, accarezzandole gentilmente e mi avvicino alla sua apertura sfiorandola con le dita prima di avvicinarle alla mia erezione.
Sperando che lui non possa provare dolore, comincio a penetrarlo lentamente tentando di spingermi nel suo corpo sempre più in profondità. La resistenza dei suoi muscoli si fa subito sentire contro il mio pene; deve star certamente lottando col male che gli sto creando, con l' eccitazione che lo sta invadendo.
Lo sento muoversi sotto di me e serrare le mani contro la mia schiena provocandomi dolore.
Sibilo sapendo di dover soffrire anche io come lui, e continuo a penetrarlo con maggior vigore sperando con tutto me stesso che possa provare l' appagamento che sto avvertendo io nel essere dentro il suo corpo.
Improvvisamente, dopo l' ennesima spinta, la sento gemere contro la spalla ed inarcarsi verso di me torcendosi per l' eccitazione.
Quella voce flebile, strozzata e piena di sincero piacere, mi inebria a tal punto da farmi arrivare al limite.
Spingendomi un' ultima volta dentro di lui, ormai stremato, vengo in lui con un grugnito trattenuto e mi sento invadere da un orgasmo mai provato in vita mia.
Avverto il corpo di mio fratello irrigidirsi contro il mio e venire sul mio solo pochi istanti dopo di me.
La sua voce, meno trattenuta della mia, si espande per tutta la stanza riempendola con i suoi gemiti di appagamento.
Uscendo da lui ormai privo di forze, crollo sul lato libero del letto e tento di riprendermi per potergli parlare.
Nonostante mi sia comportato impulsivamente, costringendolo quasi a fare l' amore con me, sono così felice di aver potuto condividere un momento del genere con lui che sento il bisogno di farglielo sapere.
< Sono stato impulsivo, avventato ed un poco violento; ma quando ho compreso i tuoi sentimenti per me non ho potuto trattenermi dalla gioia... > asserisco voltandomi verso di lui ed accarezzandogli il viso sudato e ancora accaldato. < ...scusami. > aggiungo sentendomi quasi in colpa.
Bill rimane in silenzio, ancora ansimante, e non fa altro che studiarmi.
Ho idea che voglia delle spiegazioni ed è giusto che io gliele dia; soprattutto dopo aver risposto a questo modo dopo la sua confessione di poche decine di minuti fa.
< Sono stato uno stupido. > comincio un discorso che avrei dovuto fare da anni, cercando di respirare tra una frase e l' altra, ancora senza fiato. < Avrei dovuto capirlo da tanto tempo quello ch provavi per me, ma ero troppo preso ad auto-commiserarmi per capirlo. > affermo sentendomi un perfetto idiota. < Ogni giorno passato a cercare di celare i miei sentimenti, a lottare contro me stesso per assopire qualcosa che sapevo non avreo mai voluto. Ogni cellula del mio corpo forzata a non rispondere agli stimoli del cervello, dolorante e straziata dalla consapevolezza di non poterti avere. > continuo. < Ho passato anni a sodomizzarmi, a deprimermi, ad allontanarmi da te per non rischiare di soffrire più di quanto già non soffrissi. > sospiro. < Ho commesso il peggiore degli errori che potessi fare, ma l' ho fatto unicamente perché speravo in cuor mio di non far provare a te il dolore che stavo vivendo io... > sorrido tristemente. < ...ed invece ho solo fatto vivere un' esistenza vuota ad entrambi. >
Sento la mano di mio fratello poggiarsi sulla mia guancia e la guardo prima di osservare lui direttamente in viso.
< Non pensavo che... > dice come sinceramente sorpreso. < ...che tu provassi tutto questo per me. > arrossisce nel buio.
< E' proprio l' intensità dei miei sentimenti che mi ha portato quasi ad autodistruggermi. > affermo. < Mi ha fatto avere le scelte peggiori, di cui mi pento ogni giorno; ora più che mai. > aggiungo. < Ed ora mi ha permesso di amarti. >
Mio fratello sorride e torna a poggiare la sua mano sulla mia guancia.
La prendo nella mia e la bacio gentilmente.
< Siamo stati tutti e due ciechi. > dico con tono triste.
< Che stupidi... > commenta consapevole lui.
Ha ragione, maledettamente ragione, ma saperlo adesso non modificherà certo ciò che abbiamo già vissuto.
< Da quanto... > mi chiede tentennando. < ...da quanto provi questi sentimenti per me? > mi domanda.
Non comprendo se la sua sia solo curiosità o sincera voglia di sapere; ma in questo momento l' unica cosa che davvero mi importa e mi rende felice è sapere che lo voglia sapere.
< Probabilmente da sempre... > sorrido nel dirlo; mi sento così bene nel potermi confessare a lui senza dovermi più nascondere. < ...ma credo di averlo capito troppo tardi perché li interpretavo come altro. >
< Come amore fraterno? > propone la risposta.
Sorrido e nego con la testa.
< Credi che il nostro non sia amore fraterno? > domando.
Bill pare titubante.
< Io credo... > dico a cuor leggero. < ...che lo sia, ma ad un livello superiore. > sorrido delle mie stesse parole.
Mio fratello mi guarda stupito e ride.
Non glielo sentivo fare da anni; quasi mi ero dimenticato cosa volesse dire sentirlo.
< Amo il tuo sorriso. > commento non potendone fare a meno.
< Come? > arrossisce nuovamente allargando inconsciamente le sue labbra per mostrarmi meglio quei suoi bianchi e perfetti denti.
< Da lontano, stando attento a non farmi vedere, mi perdevo nel guardarlo in passato. > affermo ripensando al passato. < Ti osservavo sognante e mi ritrovavo ad essere felice nonostante dovessi starti lontano. >
< Tom... > mi chiama per nome; era da anni che non lo sentivo pronunciare il mio nome.
Mi sento tremare.
E' come se sentissi il suo affetto si fosse manifestato in quelle tre lettere.
< Immagino che anche tu abbia passato momenti simili. >
< Forse con meno intensità. > sorride triste. < Credo che tu abbia sofferto più di me. >
Adesso è arrivato a commiserarmi?
< Non serve che svilisca i tuoi sentimenti. > affermo riprendendolo ad accarezzare sulla guancia. < Ho potuto comprendere perfettamente l' intensità dei tuoi sentimenti quando pochi minuti fa hai pianto e mi hai rivelato il tuo affetto per me e poi ora quando hai fatto l' amore con me. >
Mio fratello sorride e mi si avvicina poggiandosi contro il mio petto.
< Non sai quanto abbia avuto paura di rivelarti la verità. > dice accoccolandosi tra le mie braccia mentre io le serro attorno a lui coprendo entrambi con il lenzuolo sotto di noi.
< Se non l' avessi fatto tu probabilmente sarei stato io a farlo. > commento con un mezzo sorriso. < Dovevo assolutamente farlo dopo quel che mi è successo... >
< Cosa intendi? > domanda curioso alzando il viso verso il mio.
< Ho fatto un sogno. > rispondo tranquillo. < Un sogno su di me...un sogno su di noi... > aggiungo. < ...e sul nostro amore. >
< Davvero? > pare stupito lui.
< Eravamo amici e non fratelli e pure fidanzati... > dico ripensando a ciò che mi era accaduto in quei momenti. < ...ed tu mi odiavi perché non volevo più stare con te; ma io in realtà non capivo perché tu pensassi una cosa del genere. >
< E cos'è successo dopo? > sembra sinceramente curioso.
< Ci siamo amati. > affermo leggermente imbatazzato. < Come ora abbiamo capito i nostri errori e abbiamo voluto condividere reciprocamente il nostro amore verso l' altro. >
< Che bel sogno. > asserisce sorridendomi amabilmente.
< Molto meglio la realtà. > rispondo stringendolo maggiormente a me ed accarezzandogli il capo. < Assai meglio. >
Mio fratello ricambia l' abbraccio e si rilassa tra le mie braccia.
<ti amo.> annuncio perché avrei dovuto dirglielo già prima.
Lui trema e si avvicina maggiormente a me.
< Anche io ti amo Tom. > risponde con voce flebile.
Credo sia sfinito; ma felice come lo sono io.
Dopo anni ed anni di segreti e solitudine questo è il primo vero momento di gioia tra di noi.
Qualcosa che abbiamo vissuto insieme perché lo volevamo intensamente.
Non so se sarò mai in grado di vivere un altro momento del genere con lui, ma se anche questo fosse un sogno spero di non dovermi mai più svegliare.

***

Mi sveglio disturbato dai forti raggi del sole che entrano dalla finestra e sbatto gli occhi cercando di abituarmi a tutta questa luce che pare dovermi abbagliare.
Sento subito un peso accanto sul mio braccio sinistro e mi volto per incontrare il viso ancora profondamente addormentato di mio fratello.
Sorrido, comprendendo come questo momento sia vero, sia reale, sia mio.
Lui è qui, nel mio letto, tra le mie braccia.
Ci siamo amati.
Dopo anni di disperazione e dolore abbiamo potuto coronare il sogno di entrambi.
Lo guardo perso, felice come mai lo sono stato, e alzo il braccio libero per sfiorargli la fasciatura che ancora circonda la sua testa e poi la guancia, a pochi centimetri da me.
E' così indifeso.
Così bello.
E' splendido.
Ed ora è mio.
< Tom... > sento la sua voce raggiungere le mie orecchie.
Mi volto verso di lui e scorgo il suo bellissimo sorriso incorniciare il suo viso.
< Ciao. > lo saluto non sapendo cosa dire in realtà.
< Sei sveglio da tanto? > mi domanda con tono basso.
< No. >
Lo vedo osservarmi un istante ed arrossire.
< Mi spiace di aver dormito qui. > si scusa senza motivo.
< Perché dovresti dispiacerti? > domando girandomi verso di lui abbracciandolo. < Sono felice che sia rimasto. > gli sorrido.
Mio fratello risponde al mio sorriso con un altro ed io allora mi avvicino al suo viso per baciarlo.
Chiudo gli occhi volendo godere di questo gesto, nonostante abbia quasi paura di farlo per il terrore di perderlo un' altra volta, e li riapro solo pochi minuti dopo trovandomi ancora tra le sue braccia.
Non è cambiato nulla.
Non è un sogno.
Questa è la realtà.
Quella che desideravo.
Quella che volevo.
Quella per cui ho lottato.
Siamo insieme, indissolubilmente legati per la vita.
Nessuno potrà più dividerci.
< Ho fame, andiamo giù a fare colazione? > propone Bill sempre con un sorriso stampato in faccia.
< Certo. > assento.
Oggi comincia la mia nuova vita e voglio viverla al massimo con lui.

****

Note dell' autrice: Ed ecco il terzo Spin-off.
E anche qui abbiamo un Happy Ending. Non potevo fare altro; il mio unico pensiero era far capire che se due persone sono destinate a stare assieme ci staranno in ogni mondo possibile, chiunque essi siano.^____^
Bene, per concludere posso solo dire...aspettatevi un ultimo spin-off... ^__-

Edited by lallychan - 24/2/2012, 14:15
 
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Schuldig Innocence
view post Posted on 24/2/2012, 19:14




Senti: che meraviglia! :wub:
Anche io bramavo un lieto fine pure per queste due povere anime disperate...
E mi sento come se un cerchio si fosse finalmente completato, tanto che ho una terribile paura di quest ultimo spin-off che annunci. E credo che sbircerò prima di leggerlo, perchè a me piace la storia e queste due realtà esattamente come sono adesso. Non credo di aver voglia di leggere qualcosa che non abbia per loro questo destino. Nel caso, mi perdonerai se fuggirò a gambe levate.
Per ora devo farti ancora una volta i miei complimenti. Tutto è bellissimo e delicato e mi sento estremamente appagata, potrei dire felice. :D
 
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lallychan
view post Posted on 24/2/2012, 19:45




CITAZIONE (Schuldig Innocence @ 24/2/2012, 19:14) 
Senti: che meraviglia! :wub:
Anche io bramavo un lieto fine pure per queste due povere anime disperate...
E mi sento come se un cerchio si fosse finalmente completato, tanto che ho una terribile paura di quest ultimo spin-off che annunci. E credo che sbircerò prima di leggerlo, perchè a me piace la storia e queste due realtà esattamente come sono adesso. Non credo di aver voglia di leggere qualcosa che non abbia per loro questo destino. Nel caso, mi perdonerai se fuggirò a gambe levate.
Per ora devo farti ancora una volta i miei complimenti. Tutto è bellissimo e delicato e mi sento estremamente appagata, potrei dire felice. :D

Non impensierirti troppo...verdrai che sarà bello anche l' ultimo...^__-
 
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persefone87
view post Posted on 18/3/2012, 17:51




lalli scusa il ritardo!!!! che vergogna!!!
e anche l'altra coppia si è chiarita XD il viaggio dimaensionale è servito ad entrambi i tom, finalmente hanno capito i loro errori e ora sono riusciti davvero a godersi la propria anima gemella!!! aoro gli happy ending, almeno nelle storie riescono ad essere davvero felici XD
up per il prossimoooo
 
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lallychan
view post Posted on 19/3/2012, 09:43




CITAZIONE (persefone87 @ 18/3/2012, 17:51) 
lalli scusa il ritardo!!!! che vergogna!!!
e anche l'altra coppia si è chiarita XD il viaggio dimaensionale è servito ad entrambi i tom, finalmente hanno capito i loro errori e ora sono riusciti davvero a godersi la propria anima gemella!!! aoro gli happy ending, almeno nelle storie riescono ad essere davvero felici XD
up per il prossimoooo

tranqui ila, nessun problema.
^__-

Io adoro le fini dolci, lo sai....^______^
 
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PinaKaulitz88
view post Posted on 22/3/2012, 19:12




Finalmente ce l’ho fatta a leggere anche questo! Ti chiedo perdono per tutto questo ritardo.

Tutti questi happy ending mi stanno facendo fluttuare fra un’immensa distesa di nuvolette rosa :wub: dopo il dolore e le difficoltà (e un percorso molto particolare), ecco che si scopre l’amore, che arriva la felicità. Che il sogno di una vita diventa reale, e lì tra le tue braccia e niente e nessuno potrà portartelo via.

Condivido appieno il tuo pensiero sull’essere destinati a stare insieme, e mi fa davvero tanto piacere leggere questi spin off così pieni d’amore e di speranza.
Complimenti cara :wub: e up per il prossimo!
 
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lallychan
view post Posted on 28/3/2012, 19:27




CITAZIONE (PinaKaulitz88 @ 22/3/2012, 20:12) 
Finalmente ce l’ho fatta a leggere anche questo! Ti chiedo perdono per tutto questo ritardo.

Tutti questi happy ending mi stanno facendo fluttuare fra un’immensa distesa di nuvolette rosa :wub: dopo il dolore e le difficoltà (e un percorso molto particolare), ecco che si scopre l’amore, che arriva la felicità. Che il sogno di una vita diventa reale, e lì tra le tue braccia e niente e nessuno potrà portartelo via.

Condivido appieno il tuo pensiero sull’essere destinati a stare insieme, e mi fa davvero tanto piacere leggere questi spin off così pieni d’amore e di speranza.
Complimenti cara :wub: e up per il prossimo!

Grazie Pina e non preoccuparti x il ritardo!^___^
 
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monsoon77
view post Posted on 24/10/2012, 12:15




Complimentissimi, veramente bella, brava Lally!!!!! :)
 
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lallychan
view post Posted on 24/11/2012, 23:39




CITAZIONE (monsoon77 @ 24/10/2012, 12:15) 
Complimentissimi, veramente bella, brava Lally!!!!! :)

grazie!!!!
 
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8 replies since 23/2/2012, 22:15   253 views
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