The monsters are buried down deep inside., PG-13, Romantico-Malinconico, Angst, Violence, Fluff.

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‚sunny
view post Posted on 17/1/2012, 18:06




Titolo: The monsters are buried down deep inside.
Autore: ,sunny (,stichinsglück. è il mio nick su forumfree).
Genere: Romantico, malinconico.
Raiting: PG-13.
Avvisi: Angst, Violence, Fluff.
Pairing: BillxTom.
Riassunto: Si tolse il cappello e lo mise in testa al fratello. « Pronti? 1, 2, 3… Cheese! »
Note: Perdonate gli errori, io non scrivo molte ff e a dire il vero questa è la mia prima os. Ho solo scritto una ff prima di questa. Accetto le critiche, si deve sempre migliorare nella vita. Credo che dal riassunto non capirete molto, dovete leggerla per intero.
La storia si svolge nel tempo attuale, mentre il ricordo è un flashback di anni fa.
Ps. Se ho sbagliato qualcosa o dovevo avvisare qualcuno dopo averla postata, scusatemi. Come già detto, non sono molto pratica di queste cose. D:


Disclaimer: Nessuno dei personaggi presenti in questa storia mi appartiene. E’ una storia di fantasia, ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Non è intesa alcuna violazione di copyright. Questa storia viene qui pubblicata senza fini di lucro.



La luce filtrava tiepidamente dallo spiraglio della tenda, illuminando anche i più piccoli granelli di polvere che si scontravano per aria, e concludeva poi il suo tragitto sui due corpi nudi sotto le lenzuola che dormivano ancora placidamente, abbracciati l’uno all’altro.
Bill si stropicciò gli occhi con una mano, sbadigliando sonoramente; spostò lo sguardo ancora appannato sul viso del gemello accanto a lui. Respirava ancora pesantemente, segno che era ancora nel coma più profondo.
Era così tanto bello da sembrargli irreale; le guance arrossate sembravano due pesche morbide e vellutate. Il piercing veniva illuminato debolmente da quel raggio entrato prima nella loro stanza. Sorrise. Quel ragazzo era suo, gli era appartenuto da sempre e si sentiva così fortunato ad essere lì con lui, ad avere tutto il suo amore, che tutto questo lo faceva sorridere dentro e il suo cuore batteva all’impazzata, quasi stesse correndo un’infinita maratona verso la felicità.
Disegnò il percorso dei suoi zigomi con un dito, sfiorandolo lievemente. Il fratello mugugnò qualcosa di incomprensibile nel sonno e lui ritrasse subito la mano, come se scottasse. Voleva bearsi di quella vista così perfetta ancora un po’. Si accoccolò maggiormente sul suo petto e ripensò al sogno di quella notte. O meglio, al ricordo che gli era affiorato.

« Hey, finocchio! Ti stai truccando per la foto di fine anno? » Un ragazzo abbastanza alto e muscoloso, con l’aria da strafottente, entrò nel bagno maschile della scuola, seguito da altri due suoi compagni anch’essi privi di cervelli pensanti.
« Non ci penso neanche. » Bill strinse i denti, senza nemmeno fermare il gesto ormai abituale che faceva la sua mano insieme alla matita sull’occhio destro. Non si stava preparando per quella stupida foto, non ne valeva la pena. Voleva solo far ben capire ai suoi compagni che lui non avrebbe mai rinunciato ad essere sé stesso, non per loro.
Uno dei ragazzi gli diede una gomitata sul braccio, sogghignando.
« Ops! Ti si è sbavata la matita? »
« Oh no! E adesso come farò? Sembrerò un eterosessuale nella foto di classe, è inconcepibile! » fece l’altro in una sua pessima imitazione. Scoppiarono tutti in una risata, eccetto il moro che scosse appena il capo, cercando di non scomporsi. Quelle parole e quelle risate erano odio puro per lui.
« Wow, Axel. Non pensavo conoscessi il significato, o tanto meno l’esistenza, della parola “inconcepibile”. » sorrise serafico, mentre una rabbia ceca gli montava dentro.
Tutti gli anni la stessa storia: era diventato l’oggetto di sfogo di Karl e la sua cerchia di cagnolini da compagnia. Chiunque, in quella scuola, lo derideva e lo escludeva. Anche i primini che il giorno precedente entravano tremanti da quella porta, intimoriti dai superiori, ora il giorno successivo gli davano del ‘frocio’ e della ‘puttana’. I professori si rifiutavano di insegnargli qualsiasi materia a causa dei suoi piercing e del suo trucco fuori luogo. Aveva provato a ribellarsi, inizialmente, ma non aveva fatto altro che peggiorare la situazione: dalle parole, erano passate alle mani.
Più volte era stato picchiato, pestato a sangue e costretto ad affondare la faccia nel water, ad affermare di essere gay, illuso, uno sfigato. Avevano fatto a pezzi la sua dignità, tutti i giorni.
Aveva chiesto giustizia, ma chi avrebbe difeso un ragazzo che si portava all’autolesionismo? Sapeva bene che se avesse evitato di truccarsi a scuola, gli altri lo avrebbero semplicemente ignorato; lui continuava. Preferiva essere picchiato per quello che era, che ignorato per ciò che volevano lui fosse. Eppure non faceva del male a nessuno, non l’aveva mai fatto; non riusciva a capire perché si ostinassero a trattarlo così, non c’erano leggi che vietavano i ragazzi di truccarsi o crearsi uno stile originale.
La massa gli dava il voltastomaco, loro erano la massa.
« La bambina ha bisogno di rivedere le buone maniere, non è vero, Kaulitz? » sussurrò gelido Karl, al suo orecchio. « Lo sai che non si risponde così, non è educato. Credo che ti serva un po’ di ripasso. »
Guardò il suo riflesso allo specchio accarezzargli la guancia pallida e marmorea del moro, per poi risalire ai suoi capelli lisci e iniziare a tirare con forza piegando la testa all’indietro.
Bill sentì una morsa stringergli lo stomaco e gli occhi pizzicare dal dolore. Avrebbe voluto urlare e scappare via, ma si limitò a mordersi il labbro e serrare gli occhi. Ricordava fin troppo bene l’ultima volta che ci aveva provato e le conseguenze non erano state per nulla piacevoli. Li odiava, loro e quel posto in cui era costretto a stare. Tutti che gli dicevano cosa fare e cosa non fare, tutti che lo prendevano in giro e lo picchiavano senza pietà. Ma un giorno sarebbe stato diverso, lui sarebbe stato felice senza loro, nessuno gli avrebbe più imposto niente e avrebbe avuto il rispetto che si meritava. Prima o poi.
« Prova ancora parlare, provaci! » gli disse a denti stretti il bullo. I suoi occhi lo fissavano con odio, mentre le nocche della mano che stringeva i capelli erano diventate bianche dallo sforzo.
« Fo.. fottiti. » sussurrò cercando di resistere, aggrappato ai bordi del lavandino con tutta la sua forza.
In quel bagno calò il silenzio, spezzato solo dai respiri affannati dell’esile ragazzo dolorante.
« Avete sentito che ha detto? » fece Karl ridendo, rivolgendosi ai suoi amici. Aspettava quello, la provocazione. « Ripeti un po’! » tirò ancora più forte i capelli neri e Bill gemette. Il dolore aumentava ogni secondo di più. Una ginocchiata lo colpì allo stomaco, facendolo piegare leggermente in avanti.
Era consapevole del fatto che non poteva affrontarli da solo.
« Nulla! Non… ho detto nulla! » urlò disperato. Il ragazzo lasciò andare i suoi capelli e lui cadde a terra in preda ad un dolore lancinante.
Axel sputò vicino alla sua faccia, ripulendosi poi la bocca con il dorso della mano.
« Andiamo. E’ meglio che lui non sia nella foto, non voglio della feccia tra la mia classe. » Karl lo guardò un’ultima volta con disgusto, poi uscì insieme ai suoi amici lasciando Bill da solo.
Quest’ultimo iniziò a singhiozzare violentemente, senza curarsi del dolore allo stomaco che aumentava.
Purtroppo di quella classe ne faceva parte anche lui, formalmente, mentre il gemello era riuscito ad integrarsi e ottenere la stima dei compagni. Vivevano tutto in modo diverso l’uno dall’altro, ma erano vicini. Nessuno avrebbe potuto reagire ai soliti bulli di turno, dopo anni avevano capito che qualsiasi cosa era inutile se non controproducente. Aspettavano solo di uscire da quel dannato incubo.
Strisciò verso il muro, per appoggiarvi le spalle e rannicchiarsi in posizione fetale contro di esso. Non avrebbe fatto la foto con loro, non lo consideravano parte di quel gruppo compatto che doveva essere la classe. Non lo consideravano affatto. E lui non voleva esserlo.
La porta si aprì e si richiuse ma lui non alzò la testa per vedere chi fosse entrato, continuò a piangere fissando le proprie ginocchia.
« Bill. » Era la voce di suo fratello, calda e accogliente. Il rasta si era fermato a pochi passi da lui, guardandolo con occhi teneri e mortificati.
« Vieni a fare la foto con noi. » si abbassò sul fratello tremante.
Lui tirò su col naso e si asciugò gli occhi con una mano. Ormai quel trucco era andato, la sua faccia si era macchiata di nero.
« No. Loro non mi vogliono e io non voglio loro. Perché dovrei fare la foto di fine anno con la mia classe di merda? » alzò gli occhi lucidi sul gemello, guardandolo con rabbia.
« Perché non puoi stare qui, ad escludere te stesso e piangerti addosso. Devi dimostrare a loro che sei più forte. »
« Io non sono forte. Guarda come mi riducono! » si indicò gridando come un forsennato. Il cuore gli batteva così forte che sembrava volesse scoppiare da un momento all’altro.
« Bill, lo sei! Fottitene di quello che dicono, tu non dipendi da loro! » anche il gemello non poté fare a meno di alzare il tono. Avrebbe voluto far capire al fratello quanto di bello vedeva in lui. La forza di tornare ogni mattina con il trucco e sopportare di tutto, pur di essere sé stesso; la risata armoniosa che risuonava fuori da quell’istituto, la sua parlata logorroica e incessante, le sue canzoni, la paura del buio, dei mostri nell’armadio, gli stessi mostri che ogni giorno lo facevano in mille pezzi, e la tenerezza con il quale ogni notte lo avvolgeva, nel suo stesso letto.
« No, io dipendo solo… » Da te, stava per dire, ma le parole gli morirono ancor prima di pronunciarle. Tom capì ugualmente e lo abbracciò. Si strinsero forte fino a mozzarsi il fiato.
« Adesso ti alzi e andrai da loro, a farti la foto. Devi fargli vedere che tu ci sei, non possono far finta di nulla. E’ una foto, Bill: se la ritroveranno fra anni e quando la guarderanno, i rimorsi di coscienza li faranno stare male, ogni volta. Si renderanno conto che non avevano motivo di emarginarti perché sei una persona stupenda. » Tom lo fissò dritto in quegli occhi marroni, lucidi, ma così simili ai suoi.
« Lo dici solo perché vuoi farmi stare bene. Sai che non è così. » ribatté il fratello, testardo, abbassando lo sguardo. No, lui non vedeva proprio nulla di bello in sé. Il bello lo vedeva in Tom: lui era il sole in persona. Quando era con lui, andava tutto bene e la giornata era fantastica; si sentiva leggero come se potesse volare e miriadi di farfalle nel suo stomaco si scontravano, stordendosi a vicenda e stordendo lui.
« Neanche per sogno! E’ la verità. Io vedo questo. Io ti conosco. Gli altri si fermano semplicemente all’apparenza. » disse con un tono di voce irreprensibile, stringendogli una spalla e scuotendolo leggermente. « Ma chi non ti amerebbe, mi chiedo. » sussurò infine, ingoiando un groppo in gola che non scendeva.
« … Cosa? » Il suo cuore perse un battito. Credeva di aver sentito male; rimase a fissarlo negli occhi senza battere ciglio.
« Io… io… » balbettò il rasta. Sentiva di doverlo fare, era istintivo. Si avvicinò e poggiò le labbra sulle sue. Stava bruciando.
Bill sentì prima il piercing freddo, poi un calore invadergli tutto il corpo. Le farfalle erano in subbuglio, nel suo stomaco c’era il caos. Arrossì fino alla punta delle orecchie.
Quando Tom si staccò, rimasero a guardarsi per qualche secondo che gli parve infinito.
Bill boccheggiò, prima di poter dire qualcosa.
« Sei… sei mio fratello gemello. Posso baciarti dove mi pare, no? » chiese timidamente. Quello valeva più di tutto ciò che potesse fare con le ragazze, con qualsiasi altro essere umano.
Il moro annuì sorridendo. A chi importava? Loro erano una cosa sola, nessuno avrebbe potuto capire cosa si provava. Quello era qualcosa che andava oltre l’amore. Forse un concetto che neanche loro, a quell’età, avrebbero avuto ben chiaro.
« Ho il… trucco sbavato. Non posso… non posso fare la foto così » mormorò.
Tom rise. Sentiva di essersi tolto un peso dallo stomaco e il cuore gli batteva sordo nelle orecchie. Gli baciò la fronte, il naso, le guance, gli occhi e ogni singola parte del suo viso. Bill ridacchiò; avrebbe voluto che quel momento durasse in eterno.
« Promettimi una cosa, poi farò la foto... giuro. » disse a bassa voce, soffiandogli in faccia.
« Tutto quello che vuoi, fratellino. » poggiò una mano sulla sua guancia macchiata di nero.
« Tutto? »
Voleva essere sicuro che non avrebbe negato, voleva una certezza. La sua certezza.
Tom mormorò un sì mentre deglutiva a fatica. Se gli avesse chiesto la vita, gliel’avrebbe concessa. Avrebbe concesso tutto sé stesso per suo fratello, per il suo più grande amore.
« Promettimi… che non mi lascerai mai. Io ti voglio accanto, per sempre. Soltanto tu. »
Quello bastava. Era tutto ciò che gli serviva, il mondo sarebbe potuto crollare sotto i loro piedi ma se c’era il suo gemello, allora quel mondo non gli serviva.
« Non dovresti chiedermelo. Io voglio stare con te, fin quando vorrai. »
Bill si attaccò disperatamente al suo collo, stringendolo più forte che potesse. Tom, in quel momento, sentì quanto fosse fragile il fratello, così tanto da potergli stritolare le ossa con un solo gesto. Gli accarezzò la nuca.
« Ho… la faccia sporca. Verrò male in foto…» mormorò il moro imbarazzato più dal dover fare la foto in quello stato, che da quello che era successo in bagno con suo fratello.
« Ti presto il mio cappello, nessun problema. »
Si tolse il cappello e lo mise in testa al fratello. Bill fu sorpreso da quel gesto: non si era mai tolto il cappello da quando aveva iniziato a portarli, men che meno per fare una foto. Se lo sistemò meglio sul capo e abbassò la visiera, in modo tale da non vedersi gli occhi.
Tom gli porse una mano per aiutarlo a rialzarsi. « Andiamo. » sorrise incoraggiandolo.
Bill vi si aggrappò e si alzò senza lasciare il fratello. Uscirono dal bagno e percorsero tutta la scuola così, fin quando non furono arrivati all’aula, già preparata per la foto. I compagni si erano già disposti ordinatamente.
« Ah, ecco Tom! » esclamò uno dei ragazzi, vedendolo. Lo trascinarono in mezzo a loro, ignorando completamente il gemello, che invece si mise alla fine della schiera, mantenendo una certa distanza dal resto del gruppo.

« Pronti? 1, 2, 3… Cheese! »



Due labbra baciarono la punta del naso di Bill.
« Oh, ti sei svegliato finalmente. » si aprì dolcemente in un sorriso, destandosi dai suoi pensieri.
« Ti ho visto un po’ turbato, qualcosa non va? » chiese preoccupato il gemello.
« Nulla, nulla. Erano solo i mostri nell’armadio. » rispose stringendosi a lui, mentre Tom gli baciava la testa.
« Non esistono, Bill! Quante volte devo dirtelo? » rise scuotendo il capo.
« Fin quando non mi presterai di nuovo il tuo cappello. »

 
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Giù‚
view post Posted on 25/1/2012, 11:55




Una delle più belle one-shot di sempre.

Cioè, l'amo.
 
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‚sunny
view post Posted on 25/1/2012, 14:30




Oddio, grazie mille!
Non me l'aspettavo, sto andando in iperventilazione giuro.
Non immagini quanto conti ogni commento per me.
 
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marty rock 97
view post Posted on 25/1/2012, 14:55




brava
 
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‚sunny
view post Posted on 25/1/2012, 15:04




Grazie mille!
 
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Giù‚
view post Posted on 25/1/2012, 16:15




CITAZIONE (‚sunny @ 25/1/2012, 14:30) 
Oddio, grazie mille!
Non me l'aspettavo, sto andando in iperventilazione giuro.
Non immagini quanto conti ogni commento per me.

Posso capire invece, davvero.
Tanto per farti andare di più in iperventilazione, dopo aver letto e amato ogni singola parola di questa storia (scrivi davvero benissimo, e te lo dice una perfezionista) sono andata nel tuo profilo per vedere se avevi scritto altre storie. Ti giuro, dovresti! Sarei la tua fan numero uno.
 
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‚sunny
view post Posted on 25/1/2012, 17:02




Davvero? Non mi ritengo brava affatto, anzi.
Sì ho scritto una ff che però non è twc. L'ho già pubblicata in altri forum, dici che dovrei metterla anche qui?
 
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Giù‚
view post Posted on 25/1/2012, 19:27




A me piace da impazzire il tuo modo di scrivere (;
E oddio, non so quanto successo possa avere una het in un forum principalmente dedicato al twincest -per esempio io non riesco più a leggere le het lol ..per cui non so davvero che consigliarti.
 
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‚sunny
view post Posted on 26/1/2012, 14:12




Sono contenta che ti piaccia!
Infatti non sapevo se pubblicarla o meno. Non ha avuto successo in altri forum, figuriamoci qui.
 
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Crystal_Rain
view post Posted on 30/4/2012, 14:11




È bellissima! *^*
Qualcosa di stupendo..di perfetto. È dolcissima, commovente, carinissima.
Ti giuro non so che scrivere, sono senza parole.
Complimenti! É fantastica, straordinaria!
 
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‚sunny
view post Posted on 9/5/2012, 10:52




Grazie mille! :') Non sapete quanto apprezzi i vostri commenti.
 
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Crystal_Rain
view post Posted on 9/5/2012, 14:53




Ma di niente! :D
È stupenda davvero :3
 
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Schuldig Innocence
view post Posted on 18/5/2012, 18:36




E' davvero..bella. Di solito non amo le OS e non le seguo frequentemente, ma questa mi è piaciuta tanto.
Complimenti, sei davvero brava.
 
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‚sunny
view post Posted on 18/5/2012, 20:03




Aww, grazie davvero. Sono contenta che sia piaciuta!
 
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13 replies since 17/1/2012, 18:06   405 views
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