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RAITING: General/AU/Agnst
CATEGORIE:Genral/Slash
E' vero, ti avevo detto "proviamo a vivere come fratelli...", ma non credevo che non mi avresti mai aspettato. O per lo meno non credevo che nel giro di due mesi ti fossi sposato con un tuo ex. Ed io cosa ho fatto? Nulla.
Non mi sono battuto per riconquistarti, non mi sono intromesso per riaverti, sono solo rimasto nel retroscena della tua vita. Si proprio lì a osservarti, a sapere se eri felice, a sapere cosa facevi. Fino a quando tu e il tuo consorte non vi siete sposati e trasferiti.
Da quel giorno il mio mondo è crollato... Non sapevo nulla di te, così come tu non sapevi nulla di me. Anzi tu eri convinto che fossi da mamma, come ti avevo detto, invece vuoi sapere cosa ho fatto? Sono andato a vivere in un monolocale che pago con quei quattro soldi che guadagno facendo il fattorino, mi sono venute le ulcere allo stomaco e ho smesso di mangiare, mi sono tatuato il tuo nome in giapponese dietro la spalla. Perchè? Perché ti amo, e che nome potevo scrivermi se non quello della persona che mi ha rubato il cuore? Chissà cosa penseresti di me ora... La mia risposta è dietro questa porta blindata. Sì la porta di casa tua, nonna mi ha detto dove abiti e dopo tre lunghi anni sono arrivato fin qui...
Le quattro e mezzo pomeridiane in un quartiere tranquillo di Magdeburgo.
Il silenzioso pomeriggio di Bill Kaulitz fu interrotto dal suonare della sua porta di casa. Il ragazzo con grazia e calma andò ad aprire. Non badò nemmeno di controllare all'occhiello chi fosse, aprì senza esitazione.
Fascia, dred, sguardo morto, viso magro, vestiti larghi. Bill ebbe un sussulto e il suo cuore iniziò a battere così veloce che credeva che prima o poi avrebbe sfondato la cassa toracica per poi esplodere all'esterno del suo petto.
I suoi occhi rividero mille immagini del tempo passato tutte legato un semplice suono, un nome, il suo...
-T-Tom!
Bill rimase a bocca aperta. Erano tre anni che non vedeva il fratello, e tutto si stava sconvolgendo. Difatti inconsapevole delle sue azioni gli buttò le braccia al collo abbracciandolo così stretto quasi da soffocarlo.
-Mi sei mancato da morire Tomi.
Tom era incosciente in quel momento: non stringeva Bill, non parlava, non reagiva.
Bill sentendo che dall’altra parte non era prodotta nessuna reazione si staccò da quella forte presa iniziando a fissare gli occhi del fratello. Non vide nulla al loro interno, o forse solo un cambiamento. Si quello non era il suo caro e vecchio fratello, quello poteva sembrare lui a livello di sembianze, ma per il resto non era Tom.
-Entra Tomi, ti porto un caffè aspettami sul divano.
Bill cercava invano di capire il perché di tutto quello, perché non aveva la sensazione di capirlo, o perché semplicemente non parlasse. Preparò un caffè e lo portò a Tom che lo bevve in silenzio.
-Tomi, come stai?
Il rasta si girò verso di lui, vide quasi un velo di tristezza in quegli occhi, quella stessa tristezza che tre anni prima lo aveva colpito a tal punto di dirgli addio per sempre.
Si decise finalmente a parlare. Anche perché sarebbe stato inutile continuare a star zitto, tanto valeva che non fosse mai arrivato fino a lì.
-Io… Sto bene… Tu?
-Non è vero che stai bene Tomi.
Colpito, affondato. Ecco il perché di quella tristezza, Bill aveva capito benissimo che lui non aveva nulla che filasse per il verso giusto.
-Bill…
-Perché sei tornato? Non è per fartene una colpa… Anzi, ho aspettato così questo momento, speravo che un giorno tu saresti tornato finalmente da me…
-Non fraintendere nulla. Non è una visita di riconquista, volevo solo vederti.
Voce tremante e insicura quella che Tom aveva sfoderato, Bill lo guardava incredulo, ma allora perché era tornato?
-Sei sempre uguale Tomi… Io sono invecchiato e mi sono imbruttito non trovi?
-I vestiti ingannano Bill, te lo assicuro. Ti spaventeresti al solo guardarmi. E poi sei sempre in gran forma, il matrimonio ti giova da morire.
-Cosa c’è sotto i vestiti Tomi?
-Pelle e ossa.
Infondo aveva affermato la verità ma Bill non era riuscito a capire la sottigliezza di quella frase. Lo guardò con uno sguardo curioso, perché voleva capire cosa intendeva.
-Togliti la maglia.
Ferma e decisa la richiesta che Bill aveva sfoderato, voleva vederci più chiaro, in fin dei conti era pur sempre di suo fratello che si parlava. Voleva solo limitarsi a guardare, non era una richiesta maliziosa o con altro fine la sua… Tom sbuffò sonoramente.
-Tom ti ho detto di toglierti quella maglietta.
-Bill per favore…
Il moro non badò agli occhi implorarti di Tom, infatti, con una forza che nemmeno lui conosceva, sfilò a fatica la felpa e la maglia che il rasta indossava.
Non era Bill che era più forte, era Tom che non aveva forze fisiche, per reagire "Il non mangiare" per lungo termine lo aveva provato a tal punto, che non riusciva a reagire a nulla.
Se il cuore del moro prima minacciava di esplodere per la gioia di rivedere il fratello ora si era sicuramente spezzato per ciò che aveva appena visto.
Bill poteva benissimo contare e disegnare le costole di Tom, le clavicole sembravano che stessero bucando la pelle tirata del collo… Pelle e ossa.
Allora aveva detto sul serio la verità Tom.
Bill con una mano iniziò ad accarezzare piano piano il petto di Tom che si ritirava piano piano per la freddezza che emanava quel tocco.
-Tomi perché sei così?
-E’ successo Bill… Io volevo solo morire o essere dimenticato… L’unica soluzione era sparire… Senza di te nulla ha senso…
Eccole quelle lacrime trattenute da quegli occhi che soffrivano da troppo tempo, Bill le lasciò andare in libertà.
Le parole di Tom gli erano entrate nel cuore… Voleva sul serio essere dimenticato? Ma perché? Non aveva senso quello che Tom diceva, lui amava ancora suo fratello Nonostante il matrimonio e i tre anni di distacco.
-Non pensi a me?
-Bill perché dovrei farlo? Non stiamo più insieme, ricordi?
-Quindi io non conto più nulla per te?
-Bill tu sei tutta la mia vita! Lo sai benissimo!
-CAZZO TOM COME FAI A NON CAPIRE CHE SONO ANCORA INNAMORATO DI’ TE?
Di nuovo le braccia al suo collo. Bill non poteva più farcela a resistere, a reprimere quella fiamma che nel suo cuore non si era mai spenta, specie ora che la persona che aveva sempre amato era lì davanti ai suoi occhi.
Tom questa volta strinse a se il gemello. Gli sembrava i tornare a tanti anni prima quando lo abbracciava ogni volta che litigavano e dolcemente all’orecchio gli sussurrava
-Sono qui per te Amore mio. Non me ne andrò mai da te.
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