Posts written by Serial Killer

view post Posted: 9/2/2012, 15:50 Someone Like You - In prosecuzione
CITAZIONE (Pretty_Princess @ 8/2/2012, 18:25) 
Simone... che cosa nascondi donnah??
E Tom che si veste da fighetto per bene per andare al supermercato mi ha fatta ridere xD

CITAZIONE
mise la stereo a palla mentre si vestiva con la sua canzone preferita: “Someone like you” di Adele.

Oddio, ma quant’è gay????!!!!! xDxD scusate xD
E per l’ultima frase di Tom... credo che ci siano davvero tante cose che non sappiamo ancora di lui! E che io voglio scoprire xD
Posta presto tesorah!
Baci <3

ahahha l'ho pensato anche io XD è popo gay qui u.u
comunque.. saprete presto la verità ;)
view post Posted: 8/2/2012, 17:17 Someone Like You - In prosecuzione
grazie a tutte *_* e scusate l'assenza.. ma la scuola .-. comunque, ecco il capitolo III

_______________


CAPITOLO TRE

Si avviò verso casa, ormai erano le due passate. Simone doveva essere già tornata a casa e finalmente, quella bisbetica di Annabelle sarebbe andata via, lasciandolo in pace. Le saracinesche dei negozi stavano cominciando a chiudersi, facendo un rumore piuttosto sgradevole, che fece rizzare tutti i pelli delle braccia a Tom.

***

« Mamma, sono a casa! » urlò, chiudendo dietro di sé la porta a vetri e appendendo sull’appendiabiti il cappotto e la sciarpa « Accendo i termosifoni, fa un freddo cane e si gela. » disse, prima di avviarsi verso la caldaia e di girare al massimo la manovella della stessa per poter riscaldare la casa, che, all’apparenza, sembrava un iglù.

« Mamma, ci sei? » ripeté, visto che la volta seguente non aveva ottenuto risposta. Si fregò le mani e vi soffiò sopra, dopo di che salì le scale e provò a cercarla. « Mamma? Sono tornato! » si avvicinò alla porta del bagno e, sentendo il rumore dell’acqua che scorreva, pensò si stesse facendo una doccia e decise di bussare.

« Ehi, Tom, sei tu? Vieni, entra pure! » rispose una voce bianca, delicata, piacevole da ascoltare. La voce di Simone era tra le più belle in assoluto. Ora si spiegava, Tom, il perché, quando era bambino, si faceva leggere ogni notte, prima di addormentarsi, una storia dalla mamma.

« Mamma, ti ho chiamato più di una volta. » sospirò, mentre richiudeva la porta dietro di sé per non far entrare freddo nella stanza.

« Ti chiedo scusa, non ti ho davvero sentito. » chiuse l’acqua e aprì di botto la tendina della doccia.

Tom divenne paonazzo, tanto da confondersi con il tappetino sotto la vasca e le mattonelle del bagno. Girò rapidamente lo sguardo dall’altra parte prima che Simone potesse vederlo.

« Dio, mamma, per piacere, mettiti qualcosa addosso, non sono più un bambino! » si mise una mano sugli occhi e le porse l’asciugamano. Simone l’afferrò rapidamente, imbarazzata per l’accaduto, e si avvolse come uno strudel alle mele. « Perdonami, Tom, è che non sono abituata a vederti così grande. Delle volte dimentico che non sei più il bambino di una volta. Sei un uomo oramai e… » si bloccò d’un tratto, guardando fisso davanti lo specchio che in quel momento stava riflettendo la sua immagine sfocata e disturbata per via della condensa che vi si era formata.

« Qualcosa non va, mamma? » Tom si alzò dalla tazza sulla quale era seduto, dandosi una spinta con le braccia, facendo leva sulle ginocchia. Si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla. Simone, di riflesso, sovrappose la sua a quella del figlio e la strinse forte. Guardò l’immagine riflessa di Tom dallo specchio, gli sorrise tristemente, dopo di che si girò verso di lui e l’abbracciò forte.

Tom rimase dapprima immobile con le braccia lunghe per i fianchi, poi decise di ricambiare l’abbraccio.

« Ti voglio bene, Tom. Non dimenticartelo mai, okay? Qualsiasi cosa succeda, in futuro, sappi che l’ho fatta solo ed esclusivamente per il tuo bene. » Tom non capì. Si allontanò leggermente da Simone, giusto quel po’ per guardarla negli occhi e notare che stava piangendo.

« Mamma, che succede? È successo qualcosa in ospedale? » le accarezzò la guancia, asciugandole una lacrima che, tristemente, le stava rigando il viso.

« No, Tom, sta tranquillo. Sono solo stanca e stressata dal lavoro. » lo rassicurò, sorridendogli e prendendogli il viso fra le mani, stampandogli successivamente un casto e sonoro bacio sulla guancia « Sei il mio bambino. » disse infine, per poi prendere i vestiti puliti e andare in camera sua.

***

Ore 18:30

« Tom, per favore, potresti andare a comprarmi queste cose al supermercato? Non farmi uscire. Andresti? » disse Simone dal piano di sotto, sventolando per aria un foglietto stropicciato che, a quanto pare, doveva essere una lista della spesa. Tom non si degnò nemmeno di rispondere. In camera sua era ed in camera sua sarebbe rimasto. Era disteso sul letto con il portatile sulle gambe, a chattare con una ragazza bulgara su Facebook.

« Tom, mi hai sentita? » ripeté stizzita Simone, cominciando a salire un gradino dopo l’altro, fino ad arrivare alla porta chiusa della camera del figlio. Un cartello affisso sul davanti faceva capire nettamente che in quel momento non voleva assolutamente essere disturbato. Simone bussò ripetutamente sulla porta, fino a farsi male alle nocche e, finalmente, dopo un’infinità di minuti, Tom decise di alzare il culo dal letto e aprire la porta della sua stanza, girando due volte la chiave.

« Ti sto chiamando da più di dieci minuti e sono qui fuori da non so quanto. Hai sentito quello che ho detto? » Tom fece una smorfia e si stropicciò gli occhi, dopo di che fece uno sbadiglio così grande da far scorgere la sua ugola.

« No, mamma, non ti ho proprio sentita. Dimmi, cosa c’è? » disse, fingendosi assonnato, poggiandosi sulla cornice della porta con la spalla e incrociando le braccia al petto. Simone lo guardò con un sopracciglio alzato, dopo di che gli porse il foglietto con una notevole quantità di cose da comprare. « Dio, mamma, ti prego, sono una marea di cose da comprare. » esclamò, dando una rapida occhiata alla lista, ma una cosa in particolare lo colpì maggiormente. « TAMPAX?! » urlò, spalancando gli occhi, sobbalzando « Non ti comprerò mai quei cosi, mamma. Insomma, è troppo imbarazzante. Non lo farei neanche sotto tortura. »

Simone scoppiò a ridere e dette uno schiaffo sulla sua spalla, dopo di che disse che sarebbe andata lei a prenderli un’altra volta. Aggiunse però che ciò che era scritto era davvero importante averlo subito. Tom sbuffò pesantemente, dopo di che disse molto svogliatamente un “okay” e chiuse la porta. Mise il foglietto sulla sua scrivania e aprì l’armadio. Prese una camicia nera, un maglioncino bianco col collo a “V”, un jeans bianco sporco e li lanciò sul letto, dirigendosi prima in bagno a farsi una doccia.



Chiuse la porta con il piede e mise lo stereo a palla mentre si vestiva con la sua canzone preferita: “Someone like you” di Adele. Quella si cha era un gran bella donna. La sua voce riusciva a sciogliere persino quel poco di cuore che aveva in petto. Gli dava sostegno e, certe volte, aveva come la sensazione che, Adele, gli volesse aprire gli occhi ed incitarlo a trovare davvero la persona giusta. Era arrivata l’ora di smetterla di fare lo sciupa femmine e di distruggere altri cuori perché ne aveva già distrutti abbastanza.

Non ti preoccupare,
troverò qualcuno come te.
Ti auguro solo il meglio,
anche per te.

Sì, era sicuramente per lui quella frase. Non aveva dubbi e adesso ne era ancora più convinto. Il problema, però, era più serio del previsto.
Come trovare la persona adatta a lui? Non sapeva come comportarsi, per niente. Era sempre abituato alle storie di una notte, non di più.

Si sfilò la canottiera e la lanciò per terra. Prese la camicia e l’abbottonò fino al colletto, poi prese il suo maglioncino preferito e se lo infilò accuratamente, facendo attenzione a non scompigliarsi le treccine che aveva da poco pettinano.

« Tom! » urlò una voce dal piano di sotto. « Non devi mica farti bello per andare al supermercato sotto casa. Sbrigati prima che chiuda. » In quel momento Tom bestemmiò in tutte lingue che conosceva. Non fece molto caso alla madre e continuò a fare tutto con la massima calma possibile.

Tom odiava molte cose e, una di queste, era proprio andare a sbrigare delle odiosissime commissioni che la madre lo costringeva a fare. Non erano adatte ad un uomo, bensì ad una donna.

Solo dopo aver fatto urlare per la quarta volta il suo nome a Simone, Tom decise di scendere dalla sua camera.

« Pensavo fossi caduto nella tazza del cesso, vista la flemma che hai avuto. » disse Simone, porgendogli una banconota da venti euro e la lista della spesa. « Si può sapere dove devi andare? Hai per caso un appuntamento? Ti sei messo per caso mezza boccetta di acqua di colonia? Emani un profumo così penetrante che persino un morto riuscirebbe a sentirla. » continuò poi, storcendo il naso, facendo capire a Tom che forse aveva un tantino esagerato con l’acqua di colonia. Tom avvicinò il naso appena sotto l’ascella e inspirò. L’odore fu talmente tanto forte che gli venne da starnutire. Simone scoppiò a ridere.

« Questa è la punizione che Dio ha voluto darti. » disse Simone, dando una serie di pacche sulla spalla al figlio. « Non venire a parlare di Dio con me, mamma. Dio non esiste e tu dovresti saperlo! » Detto questo, non attese nemmeno una risposta da parte della madre. Prese le chiavi di casa, il giaccone in pelle, qualche euro in più ed uscì.

------------------



Edited by Bill Kaulitz - 9/2/2012, 15:48
view post Posted: 4/2/2012, 20:05 Someone Like You - In prosecuzione
sono ferma al capitolo dieci D: dannata ispirazione u.u

domani vedo di scrivere un pochino ^^ anche se. per ora non ci sono problemi per voi ahhah
view post Posted: 4/2/2012, 15:07 Someone Like You - In prosecuzione
grazie *__*

a brve l'altro cap u.u
view post Posted: 2/2/2012, 14:24 Someone Like You - In prosecuzione
grazie mille ad entrambe ** *me contenta*
Rafu.. i capitoli sono poco più di 3/4 pagine di word.. il II è quello che mi piace di meno XD e, difatti, e anche il più corto
view post Posted: 1/2/2012, 18:50 Someone Like You - In prosecuzione
CAPITOLO DUE

Scalciò qualche sassolino giù per il laghetto, dopo di che riprese a fare avanti e indietro per il vialetto del parco, inspirando, di tanto in tanto, qualche boccata di fumo. Aveva il capo chino e continuava a fissarsi la punta delle scarpe, ormai corrosa dal tempo. La pelle, che un tempo sarebbe dovuta essere di un bianco acceso, era di un giallastro spento, vissuto e decisamente più consumata di quando le mise per la prima volta.

« Invece di comprarmi un altro paio di jeans, credo che dovrò cambiare scarpe. » disse tra sé e sé, dandosi un attimo di tregua sedendosi in maniera rozza su di una panchina. Aveva le gambe divaricate, troppo divaricate, e le braccia lunghe per lo schienale.

Non smetteva di fissare il via vai di ragazze che quella mattina sembrava andassero tutte al parco, gettando di tanto in tanto, un’occhiata maliziosa alla prima che girava lo sguardo verso di lui.

D’un tratto, si avvicinò una ragazza. « Ti chiedo scusa, hai d’accendere? »

Era la classica ragazza che piaceva a Tom: alta, bionda e riccia, prosperosa e con un vestitino che, nonostante il freddo di quella mattina, era talmente corto che riuscì ad intravedere il colore dei suoi slip; ma, soprattutto, aveva l’aria di una che ci dava dentro sul serio.

Tom la squadrò da capo a piedi, mordendosi vogliosamente il piercing al labbro. « E cosa vorresti accendere? Sembra che tu non abbia sigarette a portata di mano. »

La ragazza gli lanciò un’occhiata fulminea, estraendo subito dopo dalla borsa un pacchetto di Marlboro Light. Ne prese una e se la portò sensualmente alla bocca tinta di un rosso color ciliegia.

« Adesso va meglio? Vorresti accenderla? » La ragazza si mise in posa, poggiando il gomito sul fianco carnoso e tenendo con due dita la sigaretta.

Tom la fissò ancora una volta, la spogliò con gli occhi in un baleno. Era sicuro che, quella ragazza, gli avrebbe dato ciò che voleva, senza tirarsela troppo. Tutte cadevano ai suoi piedi. Tutte. Infatti, gli bastò un’occhiata accattivante per ritrovarsi successivamente in un angolo di qualche stradina buia.

***


« Chiamami! »

La ragazza, che, a quanto pare, si chiamava Marie, mentre cercava di riprendere fiato, scrisse con il rossetto rosso ciliegia il suo numero di telefono sul palmo della mano di Tom, stampandogli successivamente un sonoro bacio, lasciandovi ciò che era rimasto del rossetto che aveva sulle labbra che, ora, non era più di un rosso accesso, ma più chiaro e sbiadito.

« Sì, certo, contaci! » le lanciò un’occhiata indifferente e si sistemò i pantaloni, alzandosi la chiusura lampo « Se non te ne sei accorta, non sono il tipo di ragazzo che si fa risentire. Mi hai dato ciò che volevo e mi è bastato. Ora se non ti dispiace… »

E prima che Marie potesse dire qualcosa, Tom sparì, girando per l’angolo successivo.

***



Ore 11:30

Erano da quasi tre ore che gironzolava per il quartiere e tutto ciò che aveva fatto non era stato altro che prendere freddo e guardare le vetrine che venivano allestite in tema natalizio. Una lo catturò particolarmente. Si fermò ad osservare la vetrina del negozio Dolce&Gabbana che, grazie agli addobbi natalizi, riusciva ad incantarlo ancor di più di quanto già non facesse. Restò qualche attimo a fissarla, squadrando ogni capo d’abbigliamento, dal golfino di lana al vestito in velluto nero. Sospirò pesantemente, sorpassando il negozio e cominciando nuovamente a camminare per le vie grigie della città.

La temperatura era notevolmente fredda. Quando respirava, Tom rilasciava una serie di nuvolette di condensa. Oltretutto, aveva anche le mani ghiacciate! Quindi, per ovviare a questo problema, le portava vicino alla bocca, soffiandovi sopra un’ingente quantità di fiato per far loro riprendere sensibilità.

« Cazzo, che freddo! » commentò tra sé e sé, stringendo i denti. Infilò le mani in tasca e decise di andare a pranzare in un fast-food.

***


« Vuole ordinare? » chiese cordialmente il cameriere, tenendo in mano un block-notes di ultima generazione, del tutto interattivo.

“Anche per un maledetto block-notes si utilizza la tecnologia ora”, pensò Tom. Sfogliò con tutta la calma e la flemma possibile il menù, passando e ripassando sulle stesse pagine.

Il cameriere cominciò a battere il piede per terra in segno di stizza. « Se non ha ancora deciso, posso passare dopo. » Il cameriere cercò di invogliare Tom a darsi una mossa nella scelta. Dopo tutto, cosa c’era di tanto difficile da scegliere nel menù di Burger King?

« Non mi metta fretta, non sono mai venuto a mangiare qui. » mentì Tom. Non era vero ciò che disse; almeno una volta alla settimana, specialmente il sabato, andava a pranzare da Burger King. La verità era che provava gusto a far irritare le persone.

Passò per una quarta volta sui panini a due strati e una quinta su quelli di dimensioni standard.

« Mi scusi, ho altri clienti da servire. » rispose con tono duro, ma pur sempre educato, il cameriere. Tom lo guardò in cagnesco ed Harry, il cameriere, sebbene il motto per non perdere clientela fosse il cliente ha sempre ragione, si arrese e decise di aspettare i lenti ritmi di Tom.

5 minuti più tardi…

« Allora prendo un Ring Whopper e una porzione di questo… Snack Box. Da bere prendo una Heineken. »

Il cameriere si affrettò a prendere l’ordinazione, non volendo aspettare ancora gli estenuati comodi dello strano cliente. « Vuole qualcos’altro? »

Tom fece cenno di sì con la testa e disse di aggiungere un Hot Brownie come dessert. Finita l’ultima ordinazione, il cameriere fu immensamente entusiasta di andarsene dal suo tavolo.

Una dozzina di minuti a seguire, una cameriera - che poteva avere, ad occhio e croce, sedici o diciassette anni - portò l’ordinazione al tavolo di Tom e lui non poté che non fare il solito, inevitabile, fastidiosissimo cafone.

« Ecco la sua ordinazione. » disse timidamente la ragazza. All’apparenza, sembrava lavorasse lì da poco più di un mese. Era la solita ragazza che lo eccitava: bella, prosperosa e bionda. Lui adorava le bionde. Dopo tutto, quella mattina, se n’era già fatta una.

« C’è altro compreso nel prezzo, dolcezza? »

La ragazza lo guardò imbarazzata, convinta di essersi dimenticata qualcosa. « Ehm.. non saprei, dovrei chiedere al direttore. Se aspetta qualche secondo posso tornare e chiederglielo. » La ragazza si voltò, diretta verso il suo superiore, quando Tom l’afferrò per un polso e la girò verso di sé. La fissò intensamente. Non capì che quello che stava per fare sarebbe costato caro alla ragazza, ma, soprattutto, anche a lui visto che si trattava di una minorenne e c’era una netta differenza tra la sua età e quella di Tom. Ben sei anni, per l’appunto.

« Non hai capito. Volevo te compresa nel prezzo… oppure posso darti una mancia extra. » soffiò nel suo orecchio, portando la mano nella tasca anteriore dei jeans, estraendo una banconota da venti euro. L’arrotolò con due dita e la mise nella voluminosa scollatura della ragazza. Lei indietreggiò e tolse il denaro dal reggiseno, accertandosi che nessuno dei presenti, o per lo meno il direttore, avesse visto l’accaduto.

« Non posso farlo. Rischio il licenziamento.. e tu rischi il carcere. » precisò, porgendo nuovamente il denaro a Tom « Ho appena sedici anni, non credo possa essere alla tua portata. Magari tra qualche anno. »

Tom rimase sbigottito, sorpreso dall’abissale errore appena commesso. Vide la cameriera allontanarsi velocemente. Possibile che la sua dipendenza dal sesso stava diventando così evidente? Aveva appena chiesto prestazione sessuali ad una ragazzina di sedici anni. In quel momento si sentì diverso e si fece schifo da solo.

“Credo sia arrivata l’ora di redimermi. Dovrò darmi una controllata e decidere di cambiare, che mi piaccia o no!”

_________________________

view post Posted: 30/1/2012, 18:15 Someone Like You - In prosecuzione
avrete il capitolo molto probabimente l'1 o il 2 purtroppo ho l'esame dell'ECDL venerdì e non posso postare.. quindi o l'avrete posticipatamente o anticipatamente (:
view post Posted: 29/1/2012, 15:59 Someone Like You - In prosecuzione
a breve il capitolino XD ahah mi mancavano i tuoi up tesò ahah
view post Posted: 29/1/2012, 08:09 Someone Like You - In prosecuzione
oooow rafu ** sei anche qui <3 danke
view post Posted: 28/1/2012, 16:56 Someone Like You - In prosecuzione
allora vorrà dire che farò così (: io posterò una volta a settimana (: se si legge e bene se non si legge pazienza :D
view post Posted: 28/1/2012, 14:41 Someone Like You - In prosecuzione
CITAZIONE (Ly_93 @ 28/1/2012, 07:56) 
Posso dirti due cosine?premetto che mi piace,però secondo me hai sbagliato alcune cose:Il titolo,che è una frase già vista e stravista ovunque (Io seguo Adele,ma quando ho visto ll tuo titolo mi è un pò calata la palpebra) perché davvero secondo me la gente non ne può più.
Poi scusami,com'è la storia che posti solo se ricevi commenti?

capito.. però non lo so.. ho pensato a quel titolo perchè mi sembrava azzaccato alla trama (: e poi beh.. se nessuno commenta.. che posto a fare? XD per leggermela da sola??

comunque grazie (:

CITAZIONE
Oddio sai chi mi ha ricordato con sta frase, flinn rider o per meglio dire eugine filzerbert o come cavolo si scrive xD quello di rapunzel xD lo “sguardo che conquista” xD
“Nicole” è straana forte.... e mi domando perché si sia comportata così quandi parlavano di un presentu fratello.... uhm... qui gatta ci cova xD io pensavo che lei fosse Bill xD
Vale, di nuovo bentornata .... la storia mi incuriosisce!! xD
Baci <3

iowww grazie mille tesòò **

tutto a suo tempo ;) vedrai
3697 replies since 20/12/2009